Archivio fotografico

Rimini, Natale e neve tra gli anni '60 e '90
Fotografie provenienti dalle raccolte dell'Archivio fotografico della Biblioteca Gambalunga, dagli archivi Davide Minghini, Centro Educativo Italo-Svizzero (CEIS), Raggi Rimini Press.
Innamorarsi a Rimini. Immagini dagli anni '50 agli anni '80
Foto di sguardi, baci, abbracci... alcuni scatti provenienti dalle raccolte fotografiche della Biblioteca Gambalunga raccontano Rimini come luogo di incontri e di passioni tra gli inizi degli anni '50 e la fine degli anni '80. Le immagini provengono dagli Album della famiglia Battaglini, dall'Archivio APT Azienda Promozione Turistica di Rimini e dall'Archivio Davide Minghini.
Carnevale a Rimini, 1961-1965
Fotografie provenienti dalle raccolte dell'Archivio fotografico della Biblioteca Gambalunga, dai fondi fotografici Davide Minghini e del Centro educativo italo-svizzero (CEIS).
Rimini, che storia! n. 1

Rimini nell'800. Com'era Rimini quando i primi fotografi l'attraversavano con le loro ingombranti macchine da ripresa? Lo mostriamo con alcune immagini provenienti dalle raccolte iconografiche della Biblioteca Gambalunga. Le immagini riproducono le fotografie del bolognese Pietro Poppi (1833-1914), dei riminesi Vincenzo Contessi (1819-1886), Luigi Perilli (1854-1940) e Fratelli Contessi (att. 1886-1937). I manifesti e le stampe provengono dal fondo Tonini e dal Gabinetto Disegni e Stampe.

Rimini, che storia! n. 2
Rimini tra il 1900 e il 1950. Seconda tappa del viaggio per immagini nella storia della città attingendo alle preziose collezioni iconografiche della Gambalunga. Prima metà del Novecento. 50 anni di rapidi cambiamenti dei costumi e della società. L'invenzione del tempo libero, la nascita del turismo di massa, ma anche eventi cruciali e disastrosi, due guerre mondiali, il terremoto, la dittatura, la città azzerata dai bombardamenti. Ottimismo, ingegno e gran lavoro furono i propellenti della ricostruzione. Una ricetta da tenere in tasca per i prossimi mesi. Immagini provenienti dalla raccolta fotografica storica della Biblioteca, dagli album della famiglia Battaglini e del Comando Pompieri, dai fondi Freddi, Pasquini, Ceis, dalle collezioni digitali Maioli e Rusticani, oltre che dalla collezione dei disegni e delle riviste storiche.
Rimini, che storia! n. 3
Rimini tra il 1950 e il 2000. Ulteriore pillola del viaggio per immagini nella storia della città attraverso i fondi fotografici della Biblioteca Gambalunga. Seconda metà del Novecento. Cinque decenni di crescita esuberante, non senza effetti collaterali, a tratti interrotta da crisi acute, con funamboliche ripartenze. La ripresa dell'attività turistica a tempo di record, la modernizzazione spinta, il benessere diffuso e l'emancipazione, ma anche la trasformazione incontrollata del paesaggio, le crisi economiche e il conflitto sociale, le stagioni del disimpegno e della trasgressione notturna. In questi cinquant'anni Rimini ha anticipato, interpretato, sperimentato. Ha vissuto crisi, da cui ogni volta è uscita con un volto nuovo. E ora? È tempo di incubare le idee giuste per la prossima ripartenza. Le immagini appartengono ai fondi Piergentili, Minghini, Ufficio Stampa Comune di Rimini, Raggi/Riminipress. I disegni pubblicitari sono di Idreno Piergentili, le fotografie di Davide Minghini, Pentaprisma, Arturo Mari, Venanzio Raggi.
Davide Minghini e Nevio Matteini
Fra il 1960 e il 1963 il professore Nevio Matteini e il fotografo Davide Minghini percorsero in lungo e in largo la Romagna, rappresentata poco prima della grande trasformazione economica e antropologica che mutò paesaggi millenari per entrare nella modernità. Ne nacque il libro "Romagna" (Cappelli, 1963). Tonino Guerra, una delle voci universali che la Romagna ha espresso, ha rappresentato la radicalità, l’irreparabilità del dolore che nacque dalla fine di un mondo antico e del corrispondente «mondo della natura»: Andé a di acsè mi bu ch’i vaga véa, / che quèl chi à fat i à fatt, / che adèss u s’èra préima se tratour. / E’ pian e’ cór ma tótt, ènca mu mè, / avdai ch’i à lavurè dal mièri d’ann / e adèss i à d’andè véa atésta basa / dri ma la córda lònga de’ mazèll. Ditelo ai miei buoi che l’è finita / che il loro lavoro non ci serve più / che oggi si fa prima col trattore. / E poi commoviamoci pure a pensare / alla fatica che hanno fatto per mille anni / mentre eccoli lì che se ne vanno a testa bassa / dietro la corda lunga del macello.” ("I bu", Rizzoli, 1972). La documentazione fotografica di quei viaggi è stata in parte pubblicata in "Davide Minghini: fotografie dalla Romagna (1958/1963)", a cura di Oriana Maroni, Giancarlo Valentini, 2007. Immagini del video provenienti dall’Archivio fotografico Davide Minghini conservato nelle raccolte della Biblioteca Gambalunga. Testo e lettura a cura di Oriana Maroni.

Federico Fellini e Davide Minghini
Una giornata sul set di Amarcord. Il fotografo Davide Minghini apparteneva alla cerchia degli amici riminesi di Fellini. Nell'estate del 1972 venne coinvolto nella fase iniziale del casting per il film. Al fianco del regista realizzò centinaia di scatti alla ricerca di volti particolari, in un incessante tour estivo da Rimini fino a Legnano, frequentando le filodrammatiche dialettali. Documentò anche la ricerca delle voci per il doppiaggio e alcuni particolari di Rimini da utilizzare per la costruzione delle scenografie. L'anno successivo, durante le riprese del film, si offrì di accompagnare a Cinecittà l'amico Umberto Bartolani, che nel film aveva il ruolo del podestà, ed alcuni attori di una filodrammatica locale che dovevano prestare le loro voci dialettali per il doppiaggio. Con l'inseparabile Rolleiflex a tracolla, scattò per tutta la giornata in cui si lavorava la scena dell’arrivo alla stazione del gerarca fascista e della parata lungo il corso del paese. Ne ricavò un servizio di oltre 500 scatti in cui fotografò Fellini dietro la macchina da presa o mentre dava istruzioni agli attori e alle comparse o discuteva con i collaboratori. All'uscita del film il materiale di questa sorta di backstage fu esposto in una mostra a Rimini. Catalogo della mostra "Davide Minghini fotografo in Rimini. Immagini dall'archivio", a cura di Oriana Maroni e Nadia Bizzocchi (Bologna, Compositori, 2003). Immagini del video provenienti dall’Archivio fotografico Davide Minghini conservato nelle raccolte della Biblioteca Gambalunga.

E' vlen, poesia di Giuliana Rocchi letta da Gianfranco Miro Gori
Una preziosa poesia autografa della santarcangiolese Giuliana Rocchi trovata tra le carte dell'archivio Gianni Quondamatteo, scelta per i "Cento anni di poesia dialettale romagnola" (1976). "Il veleno" di Giuliana Rocchi, lettura di Gianfranco Miro Gori.

Margherita Zoebeli, un'educatrice d'avanguardia
 Nel 1946 sorgeva a Rimini il Centro sociale del Soccorso Operaio Svizzero, in aiuto alla popolazione gravemente colpita dalla guerra. Il “villaggio”, in seguito Centro educativo-italo svizzero, venne diretto per trent’anni da Margherita Zoebeli. Era stata chiamata da Zurigo nel dicembre del 1945 dal vice sindaco di Rimini Gomberto Bordoni, su consiglio di Antonio Greppi, sindaco di Milano, città dove Margherita aveva diretto asili baraccati. A Rimini, dove quasi tutto era distrutto, scuola materna e scuola elementare dovevano rinascere dalle macerie. Ma la scuola di Margherita fu una scuola “rivoluzionaria”, capace di definire nuovi contenuti pedagogici e di sperimentare tecniche didattiche innovative. “Tra le baracche del Ceis si permetteva che la fantasia dei ragazzi uscisse con facilità”, così dirà Tonino Guerra nel 1996, in una giornata dedicata alla memoria della grande educatrice svizzera.

Adriana Battaglini, una donna nuova 
Nel 1979, Neri Battaglini, ultimo erede di un’antica e illustre famiglia patrizia riminese, i cui componenti si distinsero nel campo degli studi e delle lettere, vendette alla Biblioteca Gambalunga due album fotografici. I due album entrarono a far parte delle fonti iconografiche della città conservate nell’Archivio fotografico della Biblioteca, e vennero genericamente identificati come “Album di fotografie della famiglia Battaglini”. Il loro studio ha permesso di comprendere che non si tratta dei tradizionali album familiari, raccolti fra Otto e Novecento dalle famiglie aristocratiche e borghesi, ma di una sorta di narrazione delle origini, identificata da Neri Battaglini con la storia della madre, la contessa ADRIANA MATILDE COSTA REGHINI (Serravalle Pistoiese, 14 agosto1877 - Firenze, 23 aprile 1929), sposata a Filippo Battaglini (Lucca, 15 aprile 1856 - Rimini, 25 febbraio 1936). Le fotografie “spiano” le vicende di una famiglia che gli storici definirebbero “moderna”, ovvero basata sull’individualismo affettivo e sull’espressione dei sentimenti di intimità fra i coniugi, i genitori e i figli. Ci raccontano di Adriana. Una “donna nuova”, avrebbero detto le donne “emancipate” degli anni che precedono la prima guerra mondiale. La cultura visiva del Novecento ha prodotto innumerevoli rappresentazioni della donna. Gli archetipi figurativi davano corpo alle identità. Il suo e il nostro sguardo sono screziati dalle nebulose fantastiche e ideologiche del “margheritismo” prima e di D’Annunzio poi. Ma per capirla è necessario provare a raccontarla. Immagini provenienti dagli Album Battaglini consultabili nel catalogo Scoprirete. Lettura da “Oltre la posa: storia di madri, di padri e di figli” di Oriana Maroni, pubblicato in “Romagna arte e storia”, n.73 (2005), pp. 69-98.

“E’ binèri”, una poesia di Tonino Guerra letta da Gianfranco Miro Gori
Nel 1976 Gianni Quondamatteo e Giuseppe Bellosi realizzano l'antologia “Cento anni di poesia dialettale romagnola", in cui raccolgono una novantina di autori. Le carte di lavoro sono raccolte nell’Archivio Gianni Quondamatteo, conservato in Biblioteca Gambalunga, in corso di riordino. Una busta è dedicata a Tonino Guerra, che qualche anno prima, nel 1972, aveva pubblicato con Rizzoli “I bu”. Proprio da quella raccolta, in particolare dalla sezione “Ultimi versi”, Quondamatteo e Bellosi scelgono, tra i testi da includere nella loro antologia, la poesia “E’ binèri”. Ve la proponiamo nella versione letta da Gianfranco Miro Gori. Nel video: testo dattiloscritto e traduzione della poesia “E’ binèri” di Tonino Guerra (Archivio Gianni Quondamatteo, Busta IX, fasc.1); fotografie di Tonino Guerra (1973, 5 ottobre 1972) provenienti dall’Archivio fotografico Davide Minghini. “La lingua nazionale ha portato e porta dei valori imposti dai mezzi di comunicazione di massa diversi dai valori tradizionali, che sono viceversa espressi dal dialetto. Ecco che il favore che incontra qualsiasi manifestazione dialettale è una risposta alla standardizzazione, alla paura dell’anonimia, il recupero di quella sicurezza di affetti, di ricordi familiari, un recupero insomma della propria identità più vera.” (Intervista a Gianni Quondamatteo, [1976]).
L'offensiva della Linea Gotica e la liberazione di Rimini
Il documentario (16 mm, 24'05") fu realizzato nel 1979 in occasione della mostra storica “L'offensiva della Linea Gotica: autunno 1944”, curata da Amedeo Montemaggi per celebrare il 35° anniversario della liberazione di Rimini. Il montaggio è composto dai filmati dell’Imperial War Museum di Londra provenienti dalla Biblioteca Gambalunga, che nel 1962 acquistò 5 filmine su Rimini e 3 su San Marino insieme a 338 fotografie, dal filmato sull’8° Brigata Garibaldi Romagna dell’Istituto storico della Resistenza di Forlì e da fotografie di Angelo Moretti acquistate dalla Gambalunga nel 1969.
Rimini cos'è
Mostra per i festeggiamenti dei 400 anni della Biblioteca Gambalunga. Galleria dell'Immagine, Biblioteca Gambalunga, 26 ottobre 2019 - 26 gennaio 2020. La Biblioteca Gambalunga racconta Rimini dall’Ottocento al capodanno 2000, proponendo ai visitatori un’immersione in immagini, che restituiscono una storia che sentiamo appartenere alla comunità. La città si mostra al nostro sguardo e noi con lei. La vediamo nelle facce dei suoi abitanti, nelle pietre dei suoi palazzi, delle sue strade e piazze, dove sono scritte le vicende attraverso cui è diventata quella che oggi appare. Una città antica dalla grande storia, che ha vissuto la notorietà e le angustie della povertà, le violenze delle occupazioni degli eserciti stranieri, i fermenti generosi della politica che le hanno dato diritti, indipendenza e libertà. Rimini che è stata un cumulo di macerie e dolore; Rimini che ha fatto del loisir una vocazione e un’industria. Rimini che è stata lo specchio anticipatore in cui si è riflessa l’Italia della post-modernità. Rimini che è stata “riminizzata” sotto colate di cemento, e si è ripensata nel segno di una diversa vivibilità sociale e urbana, della tutela del patrimonio storico e artistico, del verde urbano e del mare pulito. Capitale del divertimentificio, negli anni del disimpegno e della spensieratezza, dei paesaggi artificiali, della trasgressione e delle emozioni notturne. Rimini, la città bifronte, che ha scoperto di avere un’unica anima, inquieta e multiforme. La città storica, che ha le mura sbrecciate dal tempo e dalle guerre a segnare i suoi confini, guarda l’altra, cresciuta dove prima erano dune e mare, e pare dirle: “Osta te!”.
Palcoscenico Rimini. Cantanti e canzoni, 1950-2000
Rimini's got talent. La Riviera dei vip. Nelle immagini tratte dall'archivio fotografico della Gambalunga, mezzo secolo di storia della musica leggera tra cantanti, gente dello spettacolo, locali alla moda e discoteche. Le immagini appartengono ai fondi Minghini, Archivio Immagini APT, Raggi/Riminipress. Fotografie di Davide Minghini, Josip Ciganovic, Venanzio Raggi, Rimini Press, Marzia Fraternale.
Gianni Rodari, un maestro a Rimini
100 Gianni Rodari, 1920-2020. Un omaggio a Gianni Rodari per festeggiare il centenario dalla sua nascita attraverso carte d'archivio e immagini tratte dalle raccolte della Biblioteca Gambalunga. Nel video: materiale documentario dall'archivio delle carte di Margherita Zoebeli e dalla raccolta Periodici riminesi; fotografie di Davide Minghini dal fondo Ufficio Stampa del Comune di Rimini.
Gianni Quondamatteo, lo studioso, il politico, "lo scrittore di vita romagnola"
Registrazioni audio della conferenza tenuta sabato 3 ottobre a Rimini, Museo della Città, Sala del Giudizio. La Biblioteca Gambalunga, deposito secolare delle memorie della comunità riminese, ha presentato ai cittadini e agli studiosi il ricco archivio di Gianni Quondamatteo (Rimini, 19 marzo 1910-19 gennaio 1992), che raccoglie la vastissima documentazione prodotta nella sua cinquantennale attività politica e culturale. Antifascista e partigiano, Quondamatteo militò nel partito comunista (sino all’espulsione nel 1968), ricoprì la carica di primo Sindaco di Riccione dopo la Liberazione (1944-1949), e nel 1947 fondò insieme al pittore e scenografo Paolo Bignami il Premio Riccione per il Teatro, per premiare la scrittura teatrale italiana contemporanea. I suoi ideali politici si tradussero in amore e passione per la cultura e il “parlare popolare” della Romagna, inteso, scrisse il grande linguista Tullio De Mauro, come uno  strumento di “militanza democratica e intelligente e appassionata”. Grazie alla donazione della famiglia alla Biblioteca Gambalunga, gli studiosi, gli amateurs di cose dialettali e romagnole potranno indagare l’Archivio Quondamatteo,  curiosare fra carte, diari, quaderni, pieghevoli, fotografie, manifesti politici, disegni, ecc. (50 buste d’archivio) attraverso il catalogo on line della Biblioteca Gambalunga.
Collezione Fausto Mauri
La "Collezione Fausto Mauri" è stata acquistata dalla Biblioteca Gambalunga nel 2021, grazie al progetto "Vedere il tempo. Storie da cartolina. Rimini 1895-1960", vincitore del bando Strategia fotografia 2020 promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. La raccolta è costituita da circa 4000 cartoline, alcune viaggiate, di particolare vale storico per la storia riminese (Collezione Fausto Mauri).
Collezione Fausto Mauri
Si conclude la rubrica #storiedacartolina, curata su Facebook dal Comune di Rimini insieme alla Biblioteca Gambalunga, dedicata alla Collezione Fausto Mauri con un video che mostra una selezione di immagini, tra oltre 4000 cartoline, acquisite e digitalizzate grazie al progetto "Vedere il tempo. Storie da cartolina, Rimini 1895-1960" vincitore del bando Strategia Fotografia 2020, promosso dal Ministero della Cultura (Collezione Fausto Mauri).
Omaggio a Tonino Guerra
Oggi Tonino Guerra avrebbe compiuto 102 anni. Vogliamo ricordarlo con la lettura de “I scarabócc”, poesia cha dà il nome all’intera raccolta pubblicata nel 1946. A leggerla è il figlio Andrea. “I scarabócc” sono i primi versi che Tonino Guerra scrisse, o meglio recitò, nel 1944, quando venne deportato in Germania e rinchiuso in un campo di internamento a Troisdorf. Ai compagni di prigionia, per distrarli dall’angoscia e dalla nostalgia di casa, la sera, alla luce fioca di un lume, inizia a recitare poesie, che un amico trascrive su fogli di carta, fortunosamente recuperati. Dopo la Liberazione si laurea con una tesi sulla poesia dialettale all’Università di Urbino. Qui fece leggere le poesie composte nel campo di internamento a Carlo Bo, allora giovane professore, che ne rimase colpito e lo incoraggiò a pubblicarle curandone la prefazione. La raccolta “I scarabócc” fu pubblicata nel 1946, a spese dell’autore, dai F.lli Lega editori di Faenza. Tra le immagini del video una farfalla, si riferisce a “La fàrfala”, poesia pubblicata nella successiva raccolta intitolata “Il Polverone”, in cui Tonino Guerra ricorda il momento della sua liberazione (Contento proprio contento / sono stato molte volte nella vita / ma più di tutte quando mi hanno liberato / in Germania / che mi sono messo a guardare una farfalla / senza la voglia di mangiarla). Approfondimenti bibliografici a cura della Biblioteca Gambalunga: https://bit.ly/3t7VpAu

Di foto in foto. Scatti di oltre un secolo di vita balneare riminese

“Di foto in foto” è un racconto per immagini, tutte provenienti dalle raccolte fotografiche della Biblioteca Gambalunga, delle origini e dell’evoluzione del turismo balneare a Rimini. Un viaggio temporale che descrive la vita da spiaggia con i suoi divertimenti, a partire dalle prime immagini storiche della “villeggiatura d’élite” della seconda metà dell’Ottocento e di inizio Novecento, agli scatti più recenti sul turismo di massa, provenienti dagli archivi dell’Azienda di Promozione turistica, dei fotoreporter riminesi Davide Minghini, Venanzio Raggi e del fotoamatore Italo Di Fabio. Una storia lunga oltre un secolo di mode, costumi, persone. Per la galleria completa e per informazioni sulle immagini contenute nel video: https://bibliotecagambalunga.it/archivio-fotografico/foto-foto-scatti-oltre-un-secolo-vita-balneare-riminese
Omaggio a Italo Di Fabio
Alcuni scatti del fotoamatore Italo Di Fabio in un video proiettato in occasione della mostra "Omaggio a Italo Di Fabio", Rimini, Galleria dell'Immagine, 8 giugno - 27 agosto 2022.
 
Italo Di Fabio: fotoamatore o fotoinnovatore? Un dialogo sul fotografare fuori schema
La conversazione con il fotografo riminese pluripremiato a livello nazionale e internazionale, rappresenta un evento collaterale, organizzato dall’Archivio Fotografico della Biblioteca Gambalunga di Rimini, della mostra fotografica: “Omaggio a Italo di Fabio”. Il dialogo è condotto da Giorgio Conti, studioso di fotografia, ideatore di mostre e collezionista che ha promosso la donazione e che è stato tra i primi, negli anni ’70, a credere nel talento fotografico di Di Fabio. Un protagonista della fotografia autoriale e non documentaria che sarebbe troppo riduttivo definire un fotoamatore, essendo stato un vero e proprio innovatore delle tecniche e delle poetiche fotografiche. Forse nel suo lungo percorso di ricerca è la fotografia che si è innamorata del suo originale “Fotografare”, perché ha capito che tramite lui avrebbe potuto esprimere nuove capacità tecniche ed espressive fuori degli schemi consueti del mondo fotoamatoriale. Un processo cre-attivo che inizia con il pensare per poi eseguire lo scatto e termina con l’elaborazione (post produzione) sofisticata dell’immagine. Un processo che si avvale di tecnologie povere ma frutto di grande fantasia nella scelta dei soggetti (dai ritratti, agli animali, ai paesaggi, agli eventi, ecc.) nella composizione originale e nella elaborazione cromatica-coloristica inedita delle immagini. Più che un dialogo la sua sarà una Lectio Magistralis, dato che è la prima volta che parla al grande pubblico riminese. Un dialogo che ci ricorda il noto aforisma di Socrate:” L’insegnante mediocre racconta. Il bravo insegnante spiega, l’insegnante eccellente dimostra. Il maestro ispira.” Un maestro, al quale si sono veramente ispirati molti fotografi, riconoscendo nelle sue fotografie uno “Stile Di Fabio”. Un maestro non geloso, ma generoso nel rendere pubblici e nello svelare ad altri i fondamenti dei suoi “segreti” tecnici e poetici. Una fotografia che, ancor oggi, si confronta con temi/ fenomeni emergenti della contemporaneità. Di Fabio, prima del Covid, aveva fotografato lo stravagante mondo dei Cosplay, durante il Festival di Cartoon Club a Rimini. Con lui quei personaggi effimeri sono stati immortalati per essere guardati e non semplicemente visti con l’occhio distratto del turista-selfista. “Di quel viaggio non ricordo più niente. Ero troppo occupato a fotografare e non ho guardato.” Questo ammonimento/insegnamento di Umberto Eco tendente a distinguere, nella bulimia dell’immagini del mondo d’oggi, la differenza tra il vedere e il guardare è sempre stato presente nella lunga, creativa e feconda ricerca fotografica di Italo Di Fabio.
Storie da cartolina. Rimini 1895-1960. Uno sguardo sulla modernità
 A gennaio 2021 la Biblioteca Gambalunga acquisisce dal collezionista Fausto Mauri oltre 4000 cartoline storiche su Rimini e la sua riviera, conservate suddivise per tema in 8 scatole da scarpe. Catalogati e digitalizzati, questi preziosi “cartoncini viaggianti” diffusi già alla fine dell’Ottocento si sono rivelati una preziosa fonte iconografica per lo studio della storia della città con i suoi monumenti e del suo evolversi fino agli anni Sessanta, nonché testimonianza delle origini e dello sviluppo del turismo balneare riminese. Giovedì 3 novembre 2022, alle 17, nella Sala Cineteca al piano terra della Biblioteca Gambalunga, è stato presentato il catalogo dedicato alla Collezione Fausto Mauri, “Storie da cartolina. Rimini 1895-1960. Uno sguardo sulla modernità”.
Partigiani e partigiane nella lotta per la Resistenza a Rimini
“Cara mamma, l’ultimo piacere che io ti domando, non piangere tanto, la mia fine è arrivata ma sempre pieno di coraggio e di fede io muoio ma da uomo”. (Adelio Pagliarani, Lettera alla madre, 16 agosto 1944). Il 25 aprile si commemora la Liberazione dell'Italia dal nazifascismo, la fine dell'occupazione nazista e la definitiva caduta del regime fascista, ma è anche il giorno simbolo della Resistenza. Questo video vuole essere un omaggio a tutti i partigiani e alle partigiane che contribuirono alla lotta contro il nazifascismo in Romagna e in particolare alla Liberazione della città di Rimini, avvenuta il 21 settembre 1944. Immagini dall’Archivio fotografico, dai Fondi manoscritti della Biblioteca Gambalunga e dall’Archivio Storico della Resistenza di Rimini, “Bella ciao”, musica al violino di Federico Mecozzi, registrazione del 25 aprile 2020, Rimini, Piazza Tre Martiri.