Rimini nell'800. Com'era Rimini quando i primi fotografi l'attraversavano con le loro ingombranti macchine da ripresa? Lo mostriamo con alcune immagini provenienti dalle raccolte iconografiche della Biblioteca Gambalunga. Le immagini riproducono le fotografie del bolognese Pietro Poppi (1833-1914), dei riminesi Vincenzo Contessi (1819-1886), Luigi Perilli (1854-1940) e Fratelli Contessi (att. 1886-1937). I manifesti e le stampe provengono dal fondo Tonini e dal Gabinetto Disegni e Stampe.
Federico Fellini e Davide Minghini
Una giornata sul set di Amarcord. Il fotografo Davide Minghini apparteneva alla cerchia degli amici riminesi di Fellini. Nell'estate del 1972 venne coinvolto nella fase iniziale del casting per il film. Al fianco del regista realizzò centinaia di scatti alla ricerca di volti particolari, in un incessante tour estivo da Rimini fino a Legnano, frequentando le filodrammatiche dialettali. Documentò anche la ricerca delle voci per il doppiaggio e alcuni particolari di Rimini da utilizzare per la costruzione delle scenografie. L'anno successivo, durante le riprese del film, si offrì di accompagnare a Cinecittà l'amico Umberto Bartolani, che nel film aveva il ruolo del podestà, ed alcuni attori di una filodrammatica locale che dovevano prestare le loro voci dialettali per il doppiaggio. Con l'inseparabile Rolleiflex a tracolla, scattò per tutta la giornata in cui si lavorava la scena dell’arrivo alla stazione del gerarca fascista e della parata lungo il corso del paese. Ne ricavò un servizio di oltre 500 scatti in cui fotografò Fellini dietro la macchina da presa o mentre dava istruzioni agli attori e alle comparse o discuteva con i collaboratori. All'uscita del film il materiale di questa sorta di backstage fu esposto in una mostra a Rimini. Catalogo della mostra "Davide Minghini fotografo in Rimini. Immagini dall'archivio", a cura di Oriana Maroni e Nadia Bizzocchi (Bologna, Compositori, 2003). Immagini del video provenienti dall’Archivio fotografico Davide Minghini conservato nelle raccolte della Biblioteca Gambalunga.
Una preziosa poesia autografa della santarcangiolese Giuliana Rocchi trovata tra le carte dell'archivio Gianni Quondamatteo, scelta per i "Cento anni di poesia dialettale romagnola" (1976). "Il veleno" di Giuliana Rocchi, lettura di Gianfranco Miro Gori.
Margherita Zoebeli, un'educatrice d'avanguardia
Nel 1946 sorgeva a Rimini il Centro sociale del Soccorso Operaio Svizzero, in aiuto alla popolazione gravemente colpita dalla guerra. Il “villaggio”, in seguito Centro educativo-italo svizzero, venne diretto per trent’anni da Margherita Zoebeli. Era stata chiamata da Zurigo nel dicembre del 1945 dal vice sindaco di Rimini Gomberto Bordoni, su consiglio di Antonio Greppi, sindaco di Milano, città dove Margherita aveva diretto asili baraccati. A Rimini, dove quasi tutto era distrutto, scuola materna e scuola elementare dovevano rinascere dalle macerie. Ma la scuola di Margherita fu una scuola “rivoluzionaria”, capace di definire nuovi contenuti pedagogici e di sperimentare tecniche didattiche innovative. “Tra le baracche del Ceis si permetteva che la fantasia dei ragazzi uscisse con facilità”, così dirà Tonino Guerra nel 1996, in una giornata dedicata alla memoria della grande educatrice svizzera.
Adriana Battaglini, una donna nuova
Nel 1979, Neri Battaglini, ultimo erede di un’antica e illustre famiglia patrizia riminese, i cui componenti si distinsero nel campo degli studi e delle lettere, vendette alla Biblioteca Gambalunga due album fotografici. I due album entrarono a far parte delle fonti iconografiche della città conservate nell’Archivio fotografico della Biblioteca, e vennero genericamente identificati come “Album di fotografie della famiglia Battaglini”. Il loro studio ha permesso di comprendere che non si tratta dei tradizionali album familiari, raccolti fra Otto e Novecento dalle famiglie aristocratiche e borghesi, ma di una sorta di narrazione delle origini, identificata da Neri Battaglini con la storia della madre, la contessa ADRIANA MATILDE COSTA REGHINI (Serravalle Pistoiese, 14 agosto1877 - Firenze, 23 aprile 1929), sposata a Filippo Battaglini (Lucca, 15 aprile 1856 - Rimini, 25 febbraio 1936). Le fotografie “spiano” le vicende di una famiglia che gli storici definirebbero “moderna”, ovvero basata sull’individualismo affettivo e sull’espressione dei sentimenti di intimità fra i coniugi, i genitori e i figli. Ci raccontano di Adriana. Una “donna nuova”, avrebbero detto le donne “emancipate” degli anni che precedono la prima guerra mondiale. La cultura visiva del Novecento ha prodotto innumerevoli rappresentazioni della donna. Gli archetipi figurativi davano corpo alle identità. Il suo e il nostro sguardo sono screziati dalle nebulose fantastiche e ideologiche del “margheritismo” prima e di D’Annunzio poi. Ma per capirla è necessario provare a raccontarla. Immagini provenienti dagli Album Battaglini consultabili nel catalogo Scoprirete. Lettura da “Oltre la posa: storia di madri, di padri e di figli” di Oriana Maroni, pubblicato in “Romagna arte e storia”, n.73 (2005), pp. 69-98.
Di foto in foto. Scatti di oltre un secolo di vita balneare riminese