Rimini. Lunedì 9 febbraio 1925.
La settimana, iniziò come era terminata quella precedente. Con Un freddo cane. Il direttore della Biblioteca infilò la chiave nella toppa, la girò e mentre stava per muover il primo passo all'interno della stanza, alzò lo sguardo verso i pesanti armadi. Il pensiero corse subito ai libri al loro interno procurandogli una sensazione di calore al petto che subito contrastò con l'atmosfera glaciale della stanza che, se fosse stato possibile, pareva ben più fredda di quella all'esterno. Sfilò la chiave e si avviò verso la scrivania, ricordando a sé stesso che appena gli fosse riuscito di sistemare quel benedetto museo avrebbe scritto una relazione delle sue che avrebbe inchiodato gli amministratori comunali al loro dovere.
Bisognava pur dare un ambiente accogliente, a professori e studiosi, che ormai non si sentivano più di frequentare la biblioteca se non costretti da forte necessità! Mentre già pensava al giusto attacco per la sua relazione sobbalzò al buongiorno del Professor Sapignoli, suo aiutante. Ruotò di centottanta gradi e si fece cadere sulla sedia alla scrivania. Ricambiato il saluto seguì con lo sguardo il malloppo che il professore posò sul ripiano. Decise che ancora per qualche minuto si sarebbe tenuto il cappotto e iniziò a smistare la posta. Scostata l'ultima busta scoprì la copertina della Domenica del Corriere. Al centro campeggiava un notevole busto di Giove che veniva estratto da una buca. La didascalia recitava: Le nuove importanti scoperte archeologiche in Tripolitania… ebbe una fitta al fianco sinistro. Il pensiero gli tornò subito ai problemi di sistemazione delle sculture, dei marmi e delle epigrafi, del museo, per non parlare dei quadri della pinacoteca e di tutto il materiale che stava arrivando da chiese e conventi chiusi, che da un paio d’anni popolavano i suoi peggiori incubi. Girò stizzito pagina e la sua attenzione venne catturata da una piccola griglia quadrata a riquadri bianchi e neri. Si mise a leggere l'articolo.
Dopo aver trionfato in America – dove pare sia nato – e dopo aver conquistato anche l’Inghilterra, ecco che giunge in Italia – e prende dimora in questo giornale – il cross word puzzle, ossia “l’indovinello delle parole incrociate”. Inconsciamente, mentre continuava la lettura delle istruzioni per compilare il nuovo gioco linguistico, allungò la mano al portapenne e afferrò la prima matita a portata di mano. Continuò a leggere e compreso il meccanismo di funzionamento del gioco, istintivamente iniziò a scrivere la prima parola che riteneva esatta per la seconda definizione da sinistra a destra: Parente. Tre quadrati, quindi tre lettere, ognuna ben incasellata: z i o. E leggendo sottovoce tutte le 12 definizioni, quelle da scriversi da sinistra a destra e dall'alto in basso, completò la griglia. Si fermò. Contemplò qualche secondo quella sequenza di lettere rosse che incrociandosi tra loro formavano un perfetto incastro. Poi realizzò. Accidenti, aveva appena imbrattato un documento della biblioteca, una rivista destinata alla consultazione pubblica. E forse anche alla conservazione per i posteri. Cosa avrebbero pensato gli utenti… certo quelli che avrebbero avuto voglia di congelarsi un po' al tavolo dei periodici, quelli che periodicamente anche a lui capitava di redarguirli quando scopriva che stavano riconsegnando un volume con gli angoli delle pagine ripiegate o, peggio ancora, barbaramente sottolineato? Si soffermò un po' su quel pensiero. Richiuse la rivista. Dopotutto il regolamento era ancora in via di definizione, bisognava ponderare bene i criteri per decidere della conservazione del materiale moderno. Chiamò ad alta voce il professor Sapignoli, si alzò e si diresse verso la porta che aprì proprio mentre stava arrivando il suo aiutante.
- Professore collochi pure al loro posto le nuove riviste, per favore.
Un po’ di storia, il cruciverba da New York a Rimini
Il primo Cross Word Puzzle, questo il suo nome originale, creato da Arthur Wynne, viene pubblicato il 21 dicembre 1913 sul «FUN», il supplemento domenicale del «New York World». È subito un successo. Il 10 aprile del 1924 per 1 dollaro e 35 centesimi si può portare a casa un intero libro di Crossword puzzle, matita compresa. Dick Simon e Max Schuster ne tirano poco meno di 4.000 copie. È il delirio, tutti vogliono i cross word puzzle, nei mesi successivi vengono esaurite nove ristampe. Nel dicembre del 1924 in un solo giorno di shopping prenatalizio ne vengono vendute 150.000 copie: è l'inizio del fenomeno del Cross Word Craze! E come un virus non tarda a contagiare l'intero pianeta. L'8 febbraio 1925 «La Domenica del Corriere» pubblica il primo indovinello delle parole incrociate. Nel numero successivo del 15 febbraio Achille Beltrame dedica la copertina a questo nuovo popolare passatempo. Nel corso del 1925, a cura del futuro editore Valentino Bompiani e di Enrico Piceni, inventori del termine “cruciverba”, è pubblicata una raccolta di 50 schemi di parole crociate. Ad avviarne la diffusione di massa e a consacrarlo come il più popolare gioco enigmistico sarà, in Italia, «La Settima Enigmistica». Il primo numero esce il 23 gennaio 1932, al costo di 50 centesimi. Nel 1949, Giorgio Sisini, fondatore della rivista, chiama a collaborare Piero Bartezzaghi. A partire dagli anni 50 Bartezzaghi diventa sinonimo di cruciverba, la sua creatura, raffinata e impegnativa, è costantemente ospitata a pagina 41 della rivista. Bartezzaghi muore nell'ottobre del 1989, raccoglieranno il testimone i figli Alessandro e Stefano.
E a Rimini?
Come sempre i riminesi sono sul pezzo. E Come sempre a modo loro. Così è con fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione che sul Goliardo, periodico dell’Associazione Studentesca Riminese, che “esce quando gli tira...e costa mezza lira”, che a pagina 5 del numero del 28 febbraio 1925 metà pagina è dedicata all’Indovinello di parole incrociate. Velocità. In 20 giorni dalle pagine nazionali il “puzzle” atterra in quelle riminesi. Fantasia e intuizione. Il gioco è reinterpretato in chiave ironico-satirica e con un pizzico di creatività anche nelle regole. Perché limitarsi a scrivere in orizzontale e verticale, dopotutto c’è anche la diagonale. Infine, una volta trovate tutte le parole corrispondenti alle 12 definizioni e scrivendole nell’ordine dei numeri con le quali sono indicate ecco svelarsi, al colpo d’occhio, una frase di lampante verità. Come per il gioco originale anche in questo caso agli abili solutori dell’indovinello, che l’avessero spedito in redazione allegando un francobollo da 50 centesimi, viene proposto un premio a estrazione: dieci scudi (Lire 50). A giudicare dal trafiletto pubblicato due numeri dopo, il concorso riscuote grande successo: sono arrivate 1.137 risoluzioni, persino dall’estero (Barafonda e Pesaro). Ottantaquattro sono scartate, perché senza francobollo, 578 cestinate perché non esatte e dalle 475 rimaste la sorte bacia Augusto Albertazzi, ragioniere riminese presso la ditta Cerni e C. di Via Condotti al quale, così informa Il Goliardo, sono stati inviati sollecitamente i dieci scudi promessi. Fa quindi seguito la pubblicazione della frase: Telegramma urgente punto Cavaliere cambiato progetto stazione monte con erezione stazione monta. In pieno stile goliardico la frase andava a sottolineare in maniera satirica un problema cittadino che teneva banco da anni e che avrebbe continuato per molti altri ancora, il celebre “spostamento a monte della linea ferroviaria” e quindi della stazione. Sempre con lo stesso stile il pezzo si chiudeva con una rivelazione dolceamara: “gli scudi promessi in premio sono di cioccolato e si possono comprare in pasticceria a 20 centesimi l’uno”.
Pur ricevendo i suoi 10 scudi, al ragioniere non sarà di certo sfuggito che per pareggiare il valore delle 50 lire promesse in premio, di cioccolatini, ce ne sarebbero voluti ancora un bel po'. Come pure il fatto che i goliardi, con l’operazione, avessero incassato un bel gruzzoletto di 526 lire in francobolli, pari all'incasso per una vendita di 1315 copie del giornale!
Ah, dimenticavo di farvi notare un particolare. Il numero del Goliardo in cui è pubblicato l’esito del concorso riporta la data 1 aprile 1925... sarà mai esistito a Rimini un certo ragionier Albertazzi?
Partecipa al nostro gioco per festeggiare i 100 anni della prima pubblicazione del cruciverba in Italia e a Rimini, potrai vincere bellissimi premi!
SCARICA QUI IL CRUCIVERBA. Hai due settimane di tempo per completare il cruciverba e consegnarlo, entro l'1 aprile direttamente in biblioteca oppure inviarlo via mail all'indirizzo reference@comune.rimini.it.
Il 7 aprile verranno estratti tre cruciverba tra quelli correttamente compilati: i fortunati vincitori riceveranno dei bellissimi premi!
Metti alla prova la tua curiosità, le tue capacità di ricerca e il tuo amore per la Biblioteca Gambalunga.
Buon divertimento e... che vinca il miglior enigmista!