“Mercoledì 14, verso le ore 14.30 circa, si sviluppava un incendio nel piano superiore del Grand Hotel provocato da cause ancora ignote…”. Iniziava così la cronaca cittadina del 15 luglio del 1920. Contribuirono all’opera di spegnimento, con pompe a vapore e a mano, i pompieri della città guidati dal comandante Elia Testa, ai quali, tra le ore 17.00 e le ore 21.00, vennero in soccorso squadre con moderne autopompe da Bologna, Cesena e Ravenna. Tra la grande folla che si era raccolta nel piazzale antistante il Grand Hotel, si distinsero dando prova di coraggio alcuni cittadini, tra i quali il giovanissimo studente Anacleto Ricci, che nell’azione di soccorso perse la vita appena sedicenne. Ma le autorità furono impegnate a controllare anche azioni di sciacallaggio da parte di “individui loschi” che in nome dell’umanità erano penetrati nelle camere degli ospiti per fare razzia di oggetti preziosi e bottiglie di Champagne. L’incendio fu completamente domato nelle prime ore del mattino del giorno dopo e fu limitato al primo piano superiore del fabbricato e alle due cupole. Rimasero intatti gli edifici adiacenti, le Palazzine Roma e Milano, l’Idroterapico e il Kursaal. In pochi giorni i tre piani nobili di alloggi, il ristorante e il bar furono rimessi in funzione. La stagione balneare, malgrado il doloroso evento, doveva continuare.
Ci erano voluti meno di due anni per la costruzione del Grand Hotel. Era infatti il 7 marzo 1906 quando a Milano, il Sindaco di Rimini, Camillo Duprè, siglava l'accordo con il signor Tommaso Merli, consigliere delegato della SMARA (Società Milanese Alberghi Ristoranti ed Affini, con il quale concedeva in locazione, per 20 anni, tutto il "polo" balneare riminese: Il Kursaal, le palazzine Roma e Milano, l'Idroterapico, la Capanna Svizzera, il teatro Al Lido, la Piattaforma sul mare e tutta una parte di arenile limitrofo. Un accordo sicuramente straordinario per la Smara ma che prevedeva anche ciò che Duprè aveva quanto di più sperato e voluto: la costruzione, non oltre il 31 dicembre 1908, di un Grand Hotel, composto di non meno di 125 camere di alloggio, sopra disegno da approvarsi in municipio.
La SMARA, la società che costruì il Grand Hotel , mantenne la promessa. Con un anticipo di 6 mesi, portò a termine la costruzione e il primo luglio 1908, sulle punte delle due cupole garriva il tricolore per l'inaugurazione. Poco meno di 12 anni dopo, letteralmente andate in fumo, l'edificio si trovò privato, forse, del suo più caratteristico tratto architettonico distintivo.
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