La Capanna Svizzera: disegni balneari

Guglielmo Bilancioni (1836-1907), particolare della Capanna svizzera, in Il Kursaal, olio su tela, 1875 ca.(ph. P.Delucca)
Capanna svizzera, foto Prem. stab. fotografico F.lli Contessi, Rimini, 1186 ca.

Disegni balneari
Acquistati entrambi dalla Biblioteca Gambalunga da un collezionista privato nel 2016, il primo dei due disegni, di autore non identificato, rappresenta la ‘Capanna Svizzera’, graziosa costruzione, dapprima usata come ricovero per le carrozze,  poi trasformata in caffe-ristorante alla moda. 
La Capanna Svizzera è sempre stata descritta come «una costruzione leziosa ed eclettica. Venne abbattuta agli inizi del '900 in concomitanza con i lavori di costruzione del Grand Hotel». 
La descrizione del fabbricato ha riscontro sia con le foto d’epoca sia con il dipinto di Guglielmo Bilancioni del 1876 che rappresenta, accanto all’edificio del Kursaal, dai richiami classiccheggianti, le amene attività dei villeggianti e le strutture di conforto a loro destinate; giardini fioriti, vialetti, terrazze, gazebi, l’idroterapico, la capanna svizzera per il ristoro. 
‘La capanna’ è il titolo dato a matita, mentre a sinistra compare l’indicazione ‘Bagni di Rimini 1873’: tuttavia tale dicitura non scioglie l’enigma sulla reale data di esecuzione dei due disegni, lasciando aperta l’ipotesi di un esercizio realizzato all’indomani dell’apertura del Kursaal. 
Il secondo disegno, anch’esso inedito, mette a fuoco con tratto realistico e veloce altri dettagli della piattaforma, enfatizzando in altezza la “civettuola pagoda” dai caratteri esotici al suo centro e distribuendo i camerini di scorcio; interessante la descrizione della balaustra con i pilastrini classici e il lampione a gas in primo piano. Tutto lascia supporre che il punto di vista sia rialzato.


Dentro l’immagine
La Piattaforma, nel  1872 viene definita dal periodico estivo “Corriere dei Bagni”«un vasto piazzale che si inoltra per lungo tratto sul mare dove v’è una capanna “chinese”, all’ombra della quale le figlie di Eva aspettano l’ora del bagno».  Piantata su palafitte è interamente di legno; il che darà un mucchio di grattacapi negli anni a venire, finché la piattaforma dovrà essere abbattuta perché fatiscente. Ma all’apice del suo splendore, l’«isola sul mare» con il suo lungo ponte che la collega all’arenile diventa subito la cartolina di Rimini. Ai lati dell’esotica «pagoda» centrale che dal 1902 diverrà sede di concertini, ci sono i camerini per il bagno: a destra quelli delle donne, a sinistra quelli degli uomini. In realtà prendere il bagno era abbastanza complicato: dai camerini si scende in acqua con le scalette, la garanzia delle funi dava sicurezza ai bagnanti, che dovevano osservare un preciso decalogo per immergersi, c’erano i “battellieri” che vigilavano, mentre costumi e copricapi o meglio il vestiario era talmente ingombrante e d’impaccio da rendere difficile qualsiasi attività natatoria. Solo più tardi a partire dal primo decennio del ‘900 il bagno sarà consentito anche dalla spiaggia, diverrà meno ‘costrittivo’ rispetto alle indicazioni medico-salutistiche del dott. Mantegazza, celebre divulgatore di precetti positivistici della cultura del corpo e dell’igiene.
 

Per saperne di più
Erano stati tre ventenni ad aver dato l’avvio all’avventura balneare riminese. I conti Alessandro e Ruggero Baldini e Claudio Tintori, medico - questi si faceva chiamare l’ “intraprendente” - autori di una storica svolta imprenditoriale. Nella domenica 30 luglio 1843, il cardinal Legato, nonchè Vescovo, Luigi Vannicelli Casoni, inaugurava lo Stabilimento Privilegiato dei Bagni di Mare di Rimini, costato ben 2000 scudi romani, voluto dai tre. Inizia così, per la città, una ininterrotta stagione dei bagni benedetti dalla “ patente pontificia”. E, a seguire, anche tante altalenanti vicende di gestione privato- pubblico (cioè comunale) che si protrarranno negli anni. Con lo Stabilimento Bagni prende forma, come scriveva Giorgio Conti, la città moderna. Dopo una fase pioneristica, quella fondata sulla novità delle cure terapeutiche dei bagni di mare ed elioterapiche, nel 1873 si inaugura sotto la direzione di Paolo Mantegazza - che scriveva nel 1870 “I vostri bagni, istituzione della città, offrono salute e vigore a tutti...”- il “grandioso Stabilimento Balneare, incontrastabilmente il primo di tutta Italia“. Era il Primo luglio 1873. Comprende il Kursaal, la Piattaforma e la Capanna Svizzera. Costo totale: un milione di lire.

 

Bibliografia di riferimento

F. Farina, 1843-1993: centocinquant'anni di vita balneare, 1993, Rimini notizie , A. 7., n. 1 (giugno 1993)
Atlante per i bagni di Romagna (1843-1900),1990,  in Romagna arte e storia, rivista quadrimestrale di cultura , a. 10, n. 28 (gennaio-aprile 1990)
M. Masini, Radiografie di un primato, frammenti di storia della marina di Rimini a 150 anni dalla nascita del primo stabilimento balneare, 1993
F. Farina, Tra scienza e sollazzo,lettere di Paolo Mantegazza sui suoi soggiorni riminesi, in
Romagna arte e storia, rivista quadrimestrale di cultura , A. 14., n. 41 (mag.-ago 1994), P. 87-100
F. Farina, Una costa lunga due secoli, storie e immagini della riviera di Rimini, 2003
A. Sistri, Spiaggia, antropologia balneare riminese, 2013
Tutti al mare, 1843-2023. 180 anni in vacanza a Rimini = 180 years on holiday in Rimini, 2023