È un'afosa sera di inizio agosto e nel 1970 è semplice scegliere che cosa vedere in tv la sera dopo cena: o il Programma Nazionale o il Secondo Canale. Ma è venerdì e il venerdì, d'estate, sul Secondo c'è Giochi senza frontiere e per i riminesi, quella sera, la scelta è obbligata. A Cardiff, in Galles, ci sono 25 concittadini che lotteranno con altre 6 squadre di altri paesi europei per guadagnarsi un posto in finale. Gli occhi sono puntati sul teleschermo cercando di riconoscere e incitare l'amico, il vicino di casa, il collega di lavoro, il compagno di scuola o di università che si cimenterà nella pazza e strampalata serie di giochi.
Sono 10 donne e 15 uomini a comporre la squadra riminese.
Il più conosciuto è Aldo Trovanelli, 32 anni, un paio di metri d’altezza, di professione Vigile Urbano. Sempre presente nei momenti topici della vita cittadina: un toro è fuggito dal mattatoio? Trovanelli è pronto ad inseguirlo e a catturarlo; un bagnante è in pericolo fra le onde del mare? Trovanelli non ha un attimo di esitazione e si tuffa salvando il malcapitato. Ma Aldo è anche motociclista, rallysta, pratica il judo ed è esperto di armi. Per i suoi numerosi atti di valore ha guadagnato medaglie e attestati al merito. Ma tutta la squadra è composta da giovani, studenti e lavoratori, dinamici e sportivi: I più giovani sono i sedicenni Ombretta Mazzoni e Roberto Giannini, ballerina lei atleta di ginnastica artistica lui come anche Vittorio Servadio, 18 anni, e Massimo Zavattini, 17 anni. Giocatori di basket sono gli studenti universitari Massimo Benzi, 20 anni e Maurizio Joli, 23 anni, mentre di calcio Augusto Agostini, 22 anni, aspirante ingegnere e Bruno Frisoni, 21 anni, aspirante medico (i ben informati dicono sia anche uno dei più ricercati bagnini dalle turiste straniere per le lezioni di nuoto e le inglesine in vacanza a Rimini quella sera tiferanno per lui!). Studente e sciatore Attilio Cenni, 21 anni. Ben tre sono insegnanti di educazione fisica: Margherita Gasparini, Beatrice Gorra e Adriana Marini rispettivamente di 22, 20 e 21 anni. Studenti e sportivi sui generis sono anche Annalisa Ciacci, 20 anni, Ivan Fabbri, 21 anni, Paola Melucci, 18 anni, Claudio Marcello, 23 anni, Renzo Sartini, 19 anni, Rossella Savioli, 21 anni, Vitalba Vitale, 19 anni, Vittorio Vitale, 21 anni. Completano la pattuglia i ventunenni Claudia Casagli, ragioniera, Maria Alessandra Zoli abile cuoca di tagliatelle e piade e il neolaureato Marco Joli. Coordina la squadra il cinquantaduenne insegnante di educazione fisica Vittore Vitali.
Quando il 3 agosto la squadra si riunisce per la partenza ha alle spalle un mese di allenamenti, collettivi e individuali, svolti sul campo sportivo cittadino, in piscina e al mare e sono accompagnati dal vice Sindaco Luciano Gambini e dal Presidente dell’Azienda di Soggiorno Franco Montebelli, che approfitteranno dell’occasione per fare operazioni di marketing turistico.
I giochi si terranno il 5 e come consuetudine saranno trasmessi in TV due giorni dopo. Ma cos'era e come è nato Giochi senza frontiere?
In origine fu Campanile Sera: due cittadine italiane, una del nord e una del sud si sfidavano ogni settimana in una serie di quiz e prove atletiche, il format arrivò in Francia dove il gioco si chiamò Intervilles. Piacque a De Gaule che spinse gli organizzatori a pensarne una versione internazionale che coinvolgesse i giovani francesi e tedeschi. La partecipazione si allargò anche a Belgio e Italia e nel 1965, prodotta dall'Unione Europea di Radiodiffusione, si disputò la prima edizione di Giochi senza frontiere. Complessivamente vennero disputate 30 edizioni dal 1965 al 1982 e dal 1988 al 1999 e coinvolse 20 nazioni, l’Italia fu l’unica a partecipare a tutte le edizioni e ne vinse quattro.
Nel 1970 furono 7 le nazioni partecipanti: Belgio, Francia, Germania Ovest, Gran Bretagna, Italia, Olanda e Svizzera. Ogni nazione ospitava una tappa ed era rappresentata da una diversa città. I giochi iniziarono il 9 giugno in Italia nella settecentesca Villa Olmo affacciata sul Lago di Como e terminarono con la finale del 16 settembre, all’Arena di Verona. Le 7 città che si alternarono a rappresentare l’Italia furono Como, che si aggiudicò la puntata di apertura, Siracusa, Bassano del Grappa ed Ancona che si piazzarono all’ultimo posto rispettivamente nella terza, sesta e settima puntata. Acquasparta (TR) e Barletta entrambe terze nella seconda e quarta puntata.
Ogni competizione aveva un tema particolare su cui venivano imbastiti i diversi giochi che erano svelati solo al momento della gara che si componeva di una serie di giochi collettivi alternati da un gioco singolo, il fil rouge, che disputava a turno ogni singola squadra. Ogni squadra aveva a disposizione un Jolly che permetteva di raddoppiare il punteggio nella prova in cui veniva giocato. A dare l'avvio ai giochi era il mitico countdown seguito dal poderoso fischietto dei due giudici storici, gli svizzeri Gennaro Olivieri e Guido Pancaldi.
A Cardiff, dopo la presentazione di rito delle squadre, Rimini non partecipa al primo gioco collettivo poiché le toccherà per prima sperimentare il fil rouge: si deve percorrere la schiena di un asino, composta da una serie di cilindri rotanti sospesi sopra una piscina e cercando di non cadere si devono raccogliere delle carote appese che vanno poi inserite nella bocca dell'animale. Nei giochi collettivi successivi Rimini si piazza due volte prima e una volta 2a, 3a, 4a, 5a e 6a. La classifica finale vedrà Rimini con 37 punti pari merito con Cardiff dietro la Svizzera e il Belgio vincente.
Tuttavia nella finale sarà Como a prevalere e quindi decretare l'Italia vincitrice.