Una satira contro Bianchi

Delle lodi del cacatoio. Stanze di N.N., poeta etrusco, a Iano Planco. In Cuccagna, MDCCXLVII. Dal Culatario della contessa di Civillari, 1771, manoscritto cartaceo. BGR, SC-MS 1325

Se sono numerosi gli scritti polemici di Giovanni Bianchi, altrettanto, se non più numerosi, sono quelli contro di lui, che per la sua indole lunatica e attaccabrighe sembrava fatto apposta per attirarsi inimicizie. È il caso del libello anonimo Delle lodi del cacatojo, dato alle stampe nel 1747 e alla cui diffusione contribuirono successivamente alquante copie manoscritte. Come questa, datata 1771. Il poemetto satirico, ferocemente avverso a Bianchi, è da collegare alle violente polemiche innescate dalla pubblicazione della biografia del riminese nei Memorabilia Italorum eruditione praestantium (Firenze, 1742): biografia che Bianchi scrisse da sé e che unisce agli sperticati elogi alla propria persona pesanti attacchi ai colleghi dell’Ateneo di Siena. L’autore del libello non è noto, e gli indiziati della sua composizione sono più d’uno; fra loro, in particolare, Giovan Girolamo Carli (1719-1786), che nel 1749, a Firenze, pubblicherà contro Bianchi un libro-requisitoria di oltre cinquecento pagine.

 

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