Il turismo balneare a Rimini: racconto per immagini dai fondi fotografici
“Di foto in foto” è un racconto per immagini, tutte provenienti dalle raccolte fotografiche della Biblioteca Gambalunga, dell’evoluzione storica di quella che si è affermata, nel corso del tempo, come tra le più importanti realtà balneari d’Europa: la spiaggia di Rimini. Già verso la metà del 18. secolo il medico naturalista Giovanni Bianchi, “Jano Planco”, avviò le prime ricerche e le prime iniziative didattiche a proposito dell’ambiente marino, avvalendosi per questo di un singolare edificio costruito sulla riva del mare, la “Domus marittima”. Bisognerà, tuttavia, attendere il secolo successivo per vedere nascere l’industria balneare. Il 1° luglio 1843 venne inaugurato a Rimini lo “Stabilimento privilegiato dei Bagni Marittimi”, su iniziativa dei fratelli Ruggero e Alessandro, conti Baldini, e dall’avvocato Claudio Tintori. Progettista dello Stabilimento fu l’ingegnere Nicola Berzanti. Il “pubblico” era prevalentemente aristocratico e mosso da motivazioni di carattere terapeutico e da una “moda salutista” proveniente dal nord Europa.
Dopo alterne vicende e fortune, nel 1868 il Comune di Rimini delibera l’assunzione diretta dell’Azienda Bagni e, tra il 1870 e il 1873, viene costruito un nuovo Stabilimento balneare, progettato dall’ingegnere Gaetano Urbani e terminato dall’architetto Luigi Cervesi. Il pittore bolognese Pietro Poppi (1833-1914) fu tra i primi fotografi non locali a fare una campagna fotografica di Rimini in quegli anni. La città balneare, nelle sue prime stampe all’albumina, è rappresentata dalle foto dello Stabilimento Bagni, pervenute alla Gambalunga in un album dell’Azienda di Soggiorno di Rimini. Tra il 1881 e il 1902 anche Vincenzo Contessi (1819-1886), pioniere della fotografia a Rimini, realizzò tre album intitolati “Bagni di Rimini”, commissionati dalla Municipalità per la vendita dei villini sul mare e per la promozione dei nuovi Bagni. Le immagini di Contessi ed eredi sono una preziosa testimonianza iconografica di quelle che furono le prime infrastrutture turistiche: il Kursaal, la nuova Piattaforma dei Bagni, lo stabilimento Idroterapico, il ristorante-caffè chantant denominato “Capanna Svizzera”. Con la nascita del nuovo Stabilimento Bagni si andava a proporre una prima forma di sfruttamento commerciale della spiaggia. Alla finalità curativa del mare si affiancava quella ludica, determinata dal forte sviluppo dei rapporti e delle relazioni sociali. Il turismo balneare diveniva così un fenomemo che interessava soprattutto i ceti borghesi emergenti. All’origine di questa fase di sviluppo fu anche la costruzione nel 1861 della linea ferroviaria che collegava Bologna ad Ancona.
Nel periodo compreso fra le due guerre mondiali vengono gettate le basi per lo sviluppo del turismo balneare di massa. La produzione fotografica indirizzata a scopi turistici crebbe esponenzialmente, attraverso reportage pubblicati dalle riviste mondano-balneari e grazie all’attività promozionale dell’Azienda di cura, soggiorno e turismo, nata nel 1928, istituendo da subito un archivio fotografico presso l’Ufficio Propaganda e Pubblicità. Scene di costume e di vita dei vacanzieri diventano i soggetti prevalenti delle fotocartoline e costituirono un potente strumento di diffusione dell’immagine di Rimini con la sua spiaggia gioiosa.
Nata come operazione politica del regime fascista, attraverso anche il sistema delle colonie, il turismo conosce il massimo sviluppo con il boom economico del secondo dopoguerra. Il trasporto ferroviario viene affiancato da quello su automobili e il tessuto urbanistico degli antichi villini viene sostituito dal sistema alberghiero, soprattutto attraverso piccole pensioni a gestione familiare. Gli anni Trenta segnano in particolare la nascita del nuovo “Lungomare” urbano. L’offerta di intrattenimento e spettacolo si estende progressivamente fino a gettare le basi, soprattutto a partire dagli anni Ottanta e Novanta, del fenomeno chiamato “divertimentificio”. L’immagine del turismo riminese dal secondo dopoguerra ad oggi ha ampia rappresentazione negli archivi fotografici dell’Azienda di Soggiorno (APT) e della parte riminese dell’Ente provinciale turismo di Forlì (EPT), con una copertura che va dal 1951 al 1986, e negli archivi dei fotoreporter Davide Minghini (1915-1987) e Venanzio Raggi (1952-2007), fino all’archivio del fotografo amatoriale Italo Di Fabio, acquisito dalla Gambalunga nel 2022, dove non mancano fotografie, realizzate spesso in chiave giocosa con tecniche analogiche e digitali, della spiaggia di Rimini con i suoi bagnanti.
Bibliografia
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