Reportage di guerra, Rimini 1943-1945
Dal 1° novembre 1943 al 4 gennaio 1945, 388 bombardamenti aereonavali su Rimini provocarono la distruzione quasi totale della città. Già dopo le incursioni aeree del 28 dicembre 1943 e del 29 gennaio 1944 la città aveva assunto un volto spettrale. La ferrovia e i ponti sul fiume Marecchia furono obiettivi strategici nello scenario di guerra. La città, con il suo entroterra, era stata al centro degli accadimenti terribili connessi al passaggio della Linea Gotica e per questo sottoposta al fuoco alleato. Al termine del conflitto, su 50.000 abitanti, 30.000 erano rimasti senza tetto: il 90% degli edifici era stato intaccato: palazzi, monumenti, edilizia minore. Le fotografie euforiche dell’Italia imperiale fascista cedettero il passo alle livide immagini della sconfitta. Immagini di macerie, che i fotografi riminesi Angelo Moretti, Luigi Severi e Domenico Soci scattarono per documentare il volto trasfigurato della città, su richiesta delle Soprintendenze archeologiche e ai Monumenti, e delle istituzioni culturali cittadine.
Nella primavera del 1944 il Comune di Rimini commissiona ad Angelo Moretti l'album "Documenti fotografici della barbarie aerea anglo-americana sulla città di Rimini", in due copie, di cui una da consegnare al capo del Governo italiano, per tramite del Prefetto di Forlì, come allegato alla richiesta di finanziamenti immediati e urgenti per i danni dei bombardamenti (Promemoria n. 1 del 5 giugno 1944 a firma del Commissario straordinario del Comune di Rimini, conservato in Archivio di Stato di Forlì, Prefettura, Gabinetto, b. 401, fasc. 167). L'altra copia fu messa in salvo dai bombardamenti che distrussero l'Ufficio tecnico comunale dal geometra Giuseppe Maioli. Rimasto in seguito presso la famiglia Maioli, l'album fu donato dagli eredi alla Biblioteca civica Gambalunga di Rimini nel 2014 (catalogo Scoprirete). I negativi originali sono attualmente conservati presso lo studio fotografico Morosetti di Rimini, che nel 1967 aveva rilevato l'attività della Moretti Film.
Nel gennaio del 1960, su richiesta di Mario Zuffa, direttore della Biblioteca Gambalunga e degli Istituti culturali del Comune di Rimini, Moretti mette a punto un ricco album di provini (catalogo Scoprirete), stampando quasi integralmente i 16 rullini della campagna fotografica che aveva eseguito per il Comune dal novembre 1943 all'estate 1944 e che in parte erano stati utilizzati nel 1944 per l'album "Documenti fotografici della barbarie aerea anglo-americana sulla città di Rimini". Per l'acquisizione delle fotografie aeree furono contattati l'Accademia Americana, la Scuola Britannica a Roma e il Ministero dell'Aeronautica; i filmati e le fotografie conservate dall'Imperial War Museum furono acquistati fra il 1962 e il 1963. Da questa ricerca iconografica e dai contributi fotografici di Davide Minghini e Luigi Severi, dal 1° novembre al 31 dicembre 1961 fu allestita a Palazzo Gambalunga la mostra “Rimini distrutta”. Il 3 maggio 1966 Mario Zuffa tenne una conferenza al Casino civico per denunciare il degrado nel quale ancora versava gran parte del patrimonio architettonico, storico e monumentale sopravissuto ai bombardamenti; la campagna fotografica per la conferenza intitolata "Rimini da salvare" fu realizzata da Davide Minghini (catalogo Scoprirete).
Alcune foto dei bombardamenti sono inoltre conservate nel nucleo storico della Biblioteca (catalogo Scoprirete).
Una mappatura on-line dei luoghi simbolo dei bombardamenti è stata realizzata nel 2021 dall'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra attraverso il progetto Rimini bombardata, sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna, anche grazie alla collaborazione della Biblioteca Gambalunga e dell'Archivio Storico della Resistenza che hanno messo a disposizione i loro materiali fotografici.
Le immagini della Rimini distrutta sono invece mute, scattate per documentare i bombardamenti iniziati nell’autunno del 1943, quasi non ci sono persone, è il corpo lacerato della città a esprimere lo sgomento, meglio di qualsiasi parola. Lo scempio mostrato è nei luoghi, l’oscenità è nelle architetture martoriate e offese, nella storia annientata dal disastro. Silenziosa natura morta di una città. (Massimo Pulini, I disastri della guerra)