Giovanni, regista alter-ego di Nanni, realizza un film ogni cinque anni e lo fa trascinandosi dietro un armamentario di ritualità, insicurezze e pessimismi incrociati che ne decretano il fallimento ancor prima di aver incominciato a girare.
Il film che ha in mente è la storia del tragico destino di un comunista del Quarticciolo (Ennio, interpretato dal sempre sublime Silvio Orlando) alla periferia di Roma, negli anni ’50. Deluso dal Partito Comunista sovietico che ha invaso l’Ungheria, da Togliatti allineato al partito e da sé stesso per non essersi ribellato alla linea filosovietica, abbandonato dalla moglie (Barbora Bobulova) che non può sottostare a tanta prepotenza, Ennio si rassegna al suicidio.
Ma la storia si fa anche con i se, attraverso l'immaginazione. E riscrivendo il finale del film, Giovanni riscrive la Storia e la propria vita.