Rimini cos'è 1815/1920

1802-1815 Dallo Stato della Chiesa all'occupazione francese

Quando era tramontata la signoria dei Malatesta, per secoli la città visse la vita grama e anonima di tutte le città di periferia dei vasti possedimenti papali. Furono secoli di povertà, angustiati da passaggi di truppe, acquartieramenti di eserciti, incursioni di corsari, terremoti, carestie ed epidemie. La città vivacchiava nel suo immobilismo.

1815-1866 Fra Restaurazione e guerre d'Indipendenza

Poi venne il tempo delle società segrete. Le idee fervevano, la politica pure. Intere famiglie riminesi, per più di una generazione, parteciparono a cospirazioni, a moti, e a tutte le guerre d'indipendenza. Ma l'intrapresa che avrebbe segnato il futuro della città, nasceva al di là delle mura cittadine, fra le dune e il mare, dove nel 1843 nasceva il primo Stabilimento per i bagni di mare, una variante del soggiorno termale, che l'aristocrazia aveva riscoperto nel Settecento, abbandonando l'idea che l'acqua fosse nociva per gli organi interni. La stagione delle cure si associò ai piaceri dell'ozio e del divertimento. L'unica opera veramente monumentale costruita nell'800, fu la costruzione del teatro, fra il 1842 e il 1856, al posto dei granai e dei forni comunali nella piazza della Fontana: chiara espressione della volontà di conferire alla piazza l'aspetto di un salotto di rappresentanza della città aristocratica e borghese.

 

1861-1920 Una città in due: nasce la città dei bagni

 

L'unificazione del Paese e l’inaugurazione della linea ferroviaria Bologna-Ancona nel 1861 favorirono il decollo dell’industria dei bagni. Sul mare prese forma un'altra città, la prima moderna città balneare della costa Adriatica. L'antico nucleo urbano restò a lungo il luogo di rappresentanza e di direzione della vita cittadina, in contrapposizione alla zona balneare, intesa come centro degli svaghi mondani, luogo in cui trascorrere una “vacanza gioiosa”. Nel passaggio fra i due secoli la mondana villeggiatura d'élite conosce le sue stagioni più raffinate ed esclusive. Sono gli anni ruggenti della vita mondana al lido, con le corse dei cavalli, l'ascensione del pallone, gli spettacoli pirotecnici, le feste danzanti. Rimini comincia a imporsi come ville de plaisir. La vita, fra esotico e mediterraneo, è una scena teatrale, Compare la spiaggia ma come luogo per passeggiate, corse a cavallo, dove mimare liason. La moderna società industriale scopre il tempo libero, e l'aristocratica villeggiatura si trasforma nella moda della vacanza, che diventa uno “status simbol” del saper vivere borghese. Alle soglie del nuovo secolo inizia la metamorfosi del paesaggio balneare. Il sole, il mare, le attività sportive diventano indispensabili per la salute fisica e psichica. Muta il senso del pudore, e con l'affermarsi della vita di spiaggia e del nuoto, si diffonde anche il costume da bagno. Il paesaggio e la vita balneare sono ormai esclusivamente organizzati per soddisfare la ricerca di piacere e divertimento. Quando nel giugno 1914 a Rimini giunsero le notizie di Sarajevo, la città stava per vivere la sua stagione più brillante. Né la città turistica in quel mese si era fatta intimorire dallo sciopero generale e dai moti di piazza, che presero il nome di “settimana rossa”. La guerra era comunque alle porte. Lo stesso giorno dell’entrata in guerra dell'Italia, il 24 maggio 1915, un incrociatore austriaco colpì la città. Nel maggio del 1916 tre scosse di terremoto danneggiarono gravemente gli edifici della città. L'economia cittadina fu distrutta, l'industria dei bagni chiusa. Nulla fu più come prima. Il vecchio mondo si eclissò.

 

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