La bussola è l’ironico sottotitolo della rassegna, “Come curarsi (o ammalarsi) coi libri”: ipotesi di lettura come pharmakòn, esplorazione creativa e spalancarsi del faccia a faccia con l’abisso. Nel segno del raccontare come ciò che dà forma e direzione al caos delle vite singolari. Vite che “non sono la mia”, ma che di racconto in racconto le danno forma, e senso. O sperdimento. Kafka chiedeva libri che fossero “un’ascia per rompere il mare di ghiaccio che è dentro di noi”, e la loro lettura può certo renderci diversi per coscienza e conoscenza, evocando, per contro, una pratica che può essere un mero esercizio di consumo, lasciandoci intatti.
Quella di “Biblioterapia” è un’esperienza singolare, nel novero delle rassegne a tema. Nel corso di questi dieci anni si è creata una comunità di ascolto, sempre più numerosa e partecipe, nello scambio tra scrittori e lettori, che hanno evocato i libri e gli autori che si sono intrecciati alle loro esistenze. Sono stati chiamati per nome, di anno in anno, i libri di formazione, quelli che hanno trasmesso esperienza, gioia, libertà, ma anche dato angoscia, sobillato idee perverse… Storie di letture, memorie intellettuali, narrazioni di biblioteche interiori, che si sono incrociate con le domande radicate nel cuore della vita.
Esplorando temi quali il male, l’altro da noi, il corpo, la paura, il desiderio, la meraviglia. Nodi che indicano la nostra postura dentro una trama che chiamiamo realtà, sul cui significato l’uomo si interroga da sempre. E adesso, torniamo al cuore.
Se nel 1936 Walter Benjamin scriveva: “l’arte di narrare si avvia al tramonto. Capita sempre più di rado di incontrare persone che sappiamo raccontare qualcosa come si deve” come se fossimo privati di una facoltà che sembrava inalienabile, la più certa e sicura di tutte: la capacità di scambiare esperienze, oggi, come suggerisce Giorgio Agamben, è il momento del corpo al corpo con la domanda intorno a che cos’è in gioco nella letteratura, qual è il “fuoco” che il “racconto” ha perduto e cerca a ogni costo di ritrovare. Sulla pietra filosofale che gli scrittori, con altrettanto accanimento che gli alchimisti, si sforzano di produrre nella loro fornace di parole.
Consapevoli che da millenni siamo stati istruiti a organizzare il nostro sapere nella forma dei libri, e che per parlare del mondo reale abbiamo bisogno di tesserlo in una narrazione, per dirigere un senso, il viaggio dedicato alla lettura, ai suoi sortilegi, alle sue avventure, ai suoi conforti, alla sua necessità inessenziale, giunge ora al suo punto di approdo, che è anche un ritorno, un nòstos.
E dunque, nel segno del proemio dell’Odissea, grande racconto fondativo della cultura occidentale, con “Narrami l’uomo, o Musa…” torneremo più consapevoli e ancora interroganti lì dove siamo partiti, all’innato bisogno umano di storie, nostro strumento privilegiato per venire a patti con le sirene e i ciclopi della navigazione umana.
A inaugurare la rassegna, mercoledì 17 ottobre (Teatro degli Atti, ore 21), sarà l’attore e autore Marco Baliani, che con “Ogni volta che si racconta una storia”, attraverso un dipanarsi di letture, narrazioni, ricordi, riflessioni, farà rivivere l’antica esperienza di quando, davanti al fuoco, si stava tutti insieme, ammaliati da “quella voce che ci riempie di uno stupore conosciuto, quello del ritrovamento”.
Il comportamento narrativo è infatti universale, caratteristica fra le più specifiche del funzionamento della mente umana. Ne parlerà Alberto Oliverio, studioso di psicobiologia e neuroscienze, sabato 27 ottobre (Sala del Giudizio, ore 17) che con “Il cervello narrante” introdurrà alla dimensione narrativa della mente, e a “quella intima della narrazione, che, man mano, ci porta a ristrutturare le nostre esperienze di vita, le nostre memorie e, al tempo stesso, la costruzione del sé nell’individuo”.
Non sappiamo ancora perché l’uomo abbia sviluppato questa capacità, ma di sicuro raccontare e ascoltare storie è necessario. “Gli uomini, ha scritto Borges, lungo i secoli hanno ripetuto sempre due storie: quella di un vascello sperduto che cerca nei mari mediterranei un’isola amata, e quella di un Dio che si fa crocifiggere sul Golgota” (G. Ravasi). Da uno dei testi fondativi dell’umanità, in cui si conservano gli antichi strati della memoria dell’Occidente, partirà Piero Boitani, studioso del mito, della Bibbia e delle sue ri-scritture. Con la coversazione su “Da Abramo a Mosè: narrazione biblica tra Genesi ed Esodo”, farà risuonare le narrazioni e le interrogazioni, gli echi letterari che sono germinati dalla “piccola biblioteca” del mondo; della trasformazione della parola di Dio in mito e narrazione (giovedì 1° novembre, Sala del Giudizio, ore 17).
Narrando o narrando-ci costruiamo noi stessi. E se l’intera attività terapeutica è in fondo una sorta di esercizio immaginativo che recupera la tradizione orale del narrare storie, senza libri, senza storie, forse non riusciremmo a vedere in noi stessi. Ne parlerà lo psicoanalista Massimo Recalcati(venerdì 9 novembre, ore 18, Teatro degli Atti) con “I libri che non abbiamo dimenticato”.
Già gli antichi greci ritenevano che l’identità di ciascuno fosse espressa dalla storia o dalle storie della sua vita risultante della somma di tutti gli avvenimenti cui questi aveva preso parte. Quando Ulisse alla corte del re dei Feaci siede in incognito e sente l’aedo cieco che canta e racconta, per la prima volta sente cantare della Guerra di Troia, di se stesso e delle sue imprese, si commuove e piange. Di “Ulisse. L’ultimo degli eroi”, a cui l’umanità ha affidato il suo anelito di conoscenza, parlerà Giulio Guidorizzi, grecista e filologo (domenica 11 novembre, ore 17, Teatro degli Atti), accompagnato dalle letture di Silvio Castiglioni.
Il consueto reading ideato per la rassegna, il 17 novembre (Auditorium Lettimi, ore 17) mapperà un’ideale “biblioteca” sul tema, con la drammaturgia di Lorella Barlaam. Il titolo, “Questa è l'acqua. Raccontalo ai pesci”, rinvia al discorso che lo David Foster Wallace nel 2005 fece ai giovani laureati del Kenyon College: «Ci sono due giovani pesci che nuotano uno vicino all’altro e incontrano un pesce più anziano che, nuotando in direzione opposta, fa loro un cenno di saluto e poi dice “Buongiorno ragazzi. Com’è l’acqua?” I due giovani pesci continuano a nuotare per un po’, e poi uno dei due guarda l’altro e gli chiede “ma cosa diavolo è l’acqua?». Così noi: a mollo in una corrente di narrazioni che non sappiamo riconoscere. Un ambiente fatto di storie. Di questa acqua chiederemo a Cees Nooteboom, Boris Pahor, Antonella Anedda, Juan Rulfo, Amos Oz, Peter Bichsel, Jorge Luis Borges, Italo Calvino. Per poi riprendere a nuotare, un po’ più consapevoli di quello che ci sostiene e ci fa respirare, e con qualche domanda in più. Le letture saranno dell’Associazione Mala Testa e il Visual di Maurizio Giuseppucci.
Dal racconto dell’uomo al racconto della terra, lentamente e laboriosamente costituito attraverso cosmogonie, cosmologie, e cosmografie. All’origine della necessità di fissare i luoghi sulla carta, c’è il bisogno di viaggiare: ogni mappa «presuppone un’idea narrativa, è concepita in funzione di un itinerario, è Odissea». Sarà il geografo Franco Farinelli a introdurci nella “Vita della terra: breve biografia cognitiva del nostro pianeta tra mito ed epistemologia”, attraverso una serie di racconti mitici (tutti occidentali) (sabato 24 novembre, ore 17, Sala del Giudizio).
Perché leggere, e perché leggere certi libri? Con la domanda che dieci anni fa aprì la rassegna, si concluderà quest’ultima edizione, che affida la risposta a Nicola Gardini, scrittore, pittore, latinista, che afferma di non credere nell’attualità, ma nel presente, che è fatto in gran parte di passato”. Ascolteremo “La mia biblioteca indispensabile” sabato 1 dicembre alle ore 17, Sala del Giudizio.
Programma
CONVERSAZIONI
Mercoledì 17 ottobre, ore 21 - Teatro degli Atti
Marco Baliani
Ogni volta che si racconta una storia
Sabato 27 ottobre, ore 17 - Sala del Giudizio
Alberto Oliverio
Il cervello narrante
Giovedì 1 novembre, ore 17 - Sala del Giudizio
Piero Boitani
Da Abramo a Mosè: narrazione biblica tra Genesi ed Esodo
Venerdì 9 novembre, ore 18 - Teatro degli Atti
Massimo Recalcati
I libri che non abbiamo dimenticato
Domenica 11 novembre, ore 17 - Teatro degli Atti
Giulio Guidorizzi
Ulisse, l’ultimo degli eroi
Letture di Silvio Castiglioni
Sabato 24 novembre, ore 17 - Sala del Giudizio
Franco Farinelli
La vita della terra: breve biografia cognitiva del nostro pianeta tra mito ed epistemologia
Sabato 1 dicembre, ore 17 - Sala del Giudizio
Nicola Gardini
La mia biblioteca indispensabile
NARRAZIONI
Sabato 17 novembre, ore 17 - Auditorium dell’Istituto musicale Lettimi
Questa è l'acqua. Raccontalo ai pesci
Reading a cura di Lorella Barlaam, letture dell’Associazione culturale Mala Testa, visual di Maurizio Giuseppucci, musiche di Valentina Baroni
FILM – Cineteca comunale – ore 21
Ingresso libero
Voci narranti
3 incontri di cinema e psicoanalisi (martedì 13, 20, 27 novembre) in collaborazione con Società psicoanalitica italiana (SPI)
PROFILI
Associazione culturale Mala Testa Vi fanno parte Giorgia Bondi e Matteo Castellucci. L’Associazione si occupa di eventi culturali e spettacoli teatrali. Insieme hanno ideato ed allestito spettacoli dedicati a G. Pascoli, F. Fellini, E. A. Poe, W.Shakespeare e L. Pirandello. Hanno collaborato con il festival musicale “70s’ Flowers” di Pesaro, l'Accademia Pascoliana, il Centro San Domenico di Bologna, il festival "Tramonti" di Ancona, organizzato dal teatro stabile delle Marche, e quello Accento sulla Bellezza della Cassa di Risparmio di Forlì. L'ultimo spettacolo Siamo tutti in pericolo, tratto da testi di Pier Paolo Pasolini, ha ottenuto il riconoscimento da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali quale evento di rilevanza culturale. Dal 2006 collaborano alle iniziative culturali del Comune di Rimini e della Biblioteca Gambalunga. Valentina Baroni avvocato di professione, pianista per vocazione. Ha un particolare amore per le avanguardie musicali parigine di fine Ottocento e per il legame indissolubile che unisce musica, cinema e letteratura.
Marco Baliani Attore, autore e regista. Con lo spettacolo Kohlhaas del 1989, attraverso un originale percorso di ricerca, dà vita al teatro di narrazione che segna la scena teatrale italiana. Figura eclettica e complessa del teatro italiano contemporaneo, ha sperimentato drammaturgie corali creando spettacoli-evento per molti attori, come Come gocce di una fiumana (premio IDI per la regia), o Antigone delle città, spettacolo di impegno civile sulla strage di Bologna del 2 agosto, o ancora dirigendo progetti come I Porti del Mediterraneo con attori provenienti da diversi paesi dell’area mediterranea. Per il cinema è stato diretto da registi quali Francesca Archibugi, Roberto Andò, Saverio Costanzo, Cristina Comencini e Mario Martone. Tra i lavori più recenti, la regia e la scrittura del testo per lo spettacolo Decamerone.Vizi virtù passioni e Giocando con Orlando (anche interprete) con Stefano Accorsi. Come attore e autore, insieme a Maria Maglietta, ha realizzato lo spettacolo Identità.
Negli ultimi due anni ha firmato come autore librettista e regista le opere liriche contemporanee Il sogno di una cosa e Corpi eretici, su musiche di Mauro Montalbetti. Nel 2015, nella ricorrenza del centenario del primo conflitto mondiale, è protagonista dello spettacolo Trincea, per cui ha vinto il premio Enriquez come migliore interpretazione. Nel 2016 è regista e autore, con Lella Costa, dello spettacolo Human. Come scrittore ha pubblicato romanzi, racconti e saggi tra cui Ho cavalcato in groppa ad una sedia (Titivillus edizioni, 2010) e per la Rizzoli Corpo di stato: il delitto Moro (2003); Pinocchio Nero. Diario di un viaggio teatrale (2005); L’Amore Buono (2006); Nel Regno di Acilia (2013), La metà di Sophia (2008), e L’occasione (2013). Nel 2017, per i tipi di Laterza, Ogni volta che si racconta una storia.
Lorella Barlaam ha frequentato la facoltà di Lettere classiche a Bologna. Collabora con il Teatro Valdoca di Cesena, con la Biblioteca Gambalunga di Rimini per le varie edizioni della “Biblioterapia”. Con Guaraldi editore ha pubblicato In corpore vili. Anatomia di una lettrice (2010); quattro antologie minime (Giardini; Io, l’altro; Souvenir e Zoologica, 2014) e Il corpo pensante/La mente danzante (2015).
Piero Boitani è professore ordinario di Letterature comparate all’Università «La Sapienza» di Roma. Dopo avere insegnato, tra l’altro, all’Università di Cambridge, attualmente è docente di Letteratura comparata all’Università della Svizzera italiana a Lugano. Dantista, anglista, studioso del mito, della Bibbia e delle sue ri-scritture, Boitani ha anche svolto attività di traduttore. Nel 2016 ha vinto il prestigioso premio Balzan per la letteratura comparata per la sua straordinaria capacità di rappresentare la letteratura mondiale come un dialogo vivente con i classici dell’antichità, del Medioevo e dell’età moderna; per i suoi studi innovativi sulla storia della fortuna e della ricezione dei miti e dei temi fondamentali della civiltà occidentale; per il suo metodo filologico che espone il senso potenziale dei testi canonici, proiettandolo nel futuro. È inoltre direttore letterario della Fondazione Lorenzo Valla. Tra i suoi moltissimi lavori, per il Mulino: Il tragico e il sublime nella letteratura medievale (trad. it. 1992), L’ombra di Ulisse (1992), Ri-scritture (1997), Sulle orme di Ulisse (1998, 2007), Il genio di migliorare un’invenzione (1999), Letteratura europea e Medioevo volgare (2007), Il Vangelo secondo Shakespeare (2009), Il grande racconto delle stelle (2012), Tre favole romane (2014) e, da ultimo, Il grande racconto di Ulisse (2016), Dieci lezioni sui classici, 2017. Nel 2017 da Castelvecchi ha pubblicato: Dante e le stelle. Ha diretto e curato con Massimo Fusill cinque volumi di Letteratura Europea per Utet (2015).
Silvio Castiglioni Attore e ricercatore teatrale, laureato in filosofia all’Università Cattolica di Milano con Sisto Dalla Palma (tesi Sul teatro di marionette di Heinrich von Kleist), Silvio Castiglioni è tra i fondatori del CRT-Centro di Ricerca per il Teatro di Milano nel cui ambito matura le prime esperienze formative: Bread and Puppet di Peter Schumann e Odin Teatret di Eugenio Barba, con cui inizia il suo apprendistato teatrale. È stato direttore artistico del Festival di Santarcangelo. Tra gli spettacoli più recenti una nuova versione di "Storia della colonna infame".
Franco Farinelli, docente di Geografia, è direttore del dipartimento di Filosofia e comunicazione dell’Università di Bologna e presidente dell’Associazione dei Geografi Italiani (Agei). Ha insegnato presso le università di Ginevra, Los Angeles (UCLA), Berkeley e a Parigi alla Sorbona e all'École Normale Supérieure. Sia in Italia che all'estero è stato direttore editoriale di importanti riviste di settore, tra cui: "Le Globe", "Geotema", "Rivista Geografica Italiana", "Ecumene", "Cahiers de Géographie du Quebec". In saggi come Geografia. Un'introduzione ai modelli del mondo, Einaudi, 2003; L'invenzione della Terra, Sellerio, 2007 e La crisi della ragione cartografica, Einaudi, 2009 ha tracciato una storia della geografia e dei suoi strumenti concettuali, sottolineando l'importanza della disciplina per la comprensione del presente.
Nicola Gardini, scrittore e pittore, è professore di Letteratura italiana e comparata presso l’Università di Oxford e collabora come critico letterario con i principali giornali italiani (la Repubblica, Corriere della Sera, la Domenica del Sole 24 Ore) e con il Times Literary Supplement; è nel comitato di redazione delle riviste Poesia e Paragone. È autore di saggi letterari, romanzi, raccolte di poesia e traduzioni poetiche dal latino e dall’inglese. I saggi più recenti sono Per una biblioteca indispensabile, Einaudi, 2011; Lacuna: saggio sul non detto, Einaudi, 2014; Viva il latino: storia e bellezza di una lingua inutile (2016) e Con Ovidio. La felicità di leggere un classico (2017), Le 10 parole latine che raccontano il nostro mondo, pubblicati da Garzanti. Tra i romanzi, Le parole perdute di Amelia Lynd (Feltrinelli, 2012, Premio Viareggio 2013) e La vita non vissuta, Feltrinelli, 2015. Nel 2018: Il tempo è mezza mela. Poesie per capire il mondo, Salani.
Maurizio Giuseppucci ha frequentato la facoltà di lettere dell’Università di Urbino laureandosi con una tesi in storia dell’arte contemporanea sul rapporto tra poesia e pittura nell’opera di Pier Paolo Pasolini, e pubblicato un inedito di Pasolini sul quaderno “le dilettante” di Katia Migliori. Dopo una collaborazione con la galleria “il Polittico” di Arnaldo Romani Brizzi, partecipa a diverse collettive in Italia e all’estero. www.mauriziogiuseppucci.com/
Giulio Guidorizzi è professore ordinario di Letteratura greca presso l’Università di Torino, condirettore della rivista “Studi Italiani di filologia classica” e direttore del Centro Studi per il teatro classico dell’Università di Torino. Ha tradotto e curato tra gli altri l’edizione delle Baccanti di Euripide (Marsilio, 1989), l’edizione e il commento delle Nuvole di Aristofane (Fondazione Lorenzo valla, 1996) e la traduzione dello Ione di Euripide (Mondadori, 2001). È autore di numerosi saggi, tra cui occorre citare Il mito di Edipo (con M. Bettini), Einaudi, 2004; Letteratura Greca, Einaudi scuola, 2003; Il mito greco, Mondadori, 2 voll., 2009-2012; Ai confini dell'anima. I Greci e la follia, R. Cortina, 2010; Corpi gloriosi. Eroi greci e santi cristiani (con M. Fumagalli Beonio Brocchieri), Laterza, 2012; Il compagno dell'anima. I greci e il sogno, R. Cortina, 2013; La trama segreta del mondo. La magia nell'antichità, Il Mulino, 2015; Io, Agamennone. Il mondo di Omero, Einaudi, 2016 e I colori dell'anima. I Greci e le passioni, R. Cortina, 2017; Ulisse. L'ultimo degli eroi, Einaudi, 2018.
Alberto Oliverio è professore emerito di psicobiologia all’Università La Sapienza di Roma. Ha lavorato in numerosi istituti di ricerca internazionali tra cui il Karolinska di Stoccolma, il Brain Research Institute dell’UCLA a Los Angeles, il Jackson Laboratory nel Maine, il Center for Neurobiolofy of Learning and Memory dell’Università di California a Irvine. Fa parte del comitato editoriale di diverse riviste scientifiche. Tra i suoi libri: L' arte di imparare, BUR, 2001; Memoria e oblio, Rubettino, 2003; La mente. Istruzioni per l’uso, BUR, 2004; Istruzioni per restare intelligenti : come tenere in forma la mente per tutta la vita, Mondolibri, 2006; Prima lezione di neuroscienze, Laterza, 2011; Cervello, Bollati Boringhieri, 2012; L' arte di ricordare. La memoria e i suoi segreti, BUR, 2013; Più forti delle avversità. Individui e organizzazioni resilienti (con A. Oliverio Ferraris), Bollati Boringhieri, 2014; Il cervello che impara, Giunti, 2017
Massimo Recalcati, Psicoanalista di orientamento lacaniano, insegna Psicopatologia del comportamento alimentare presso l’Università di Pavia. È direttore scientifico del Festival della Psicologia di Torino, conduce il programma “Lessico familiare” per Rai 3. Collabora con “la Repubblica” e dirige l’Istituto di ricerca di psicoanalisi applicata. Si è occupato di fenomeni di dipendenza alimentare e recentemente ha indagato le figure del padre, della madre e della relazione familiare nell’epoca della crisi dell’autorità. Tra i suoi libri, tradotti in diverse lingue, ricordiamo: Non è più come prima. Elogio del perdono nella vita amorosa (2014); L’uomo senza inconscio (2016); La pratica del colloquio clinico. Una prospettiva lacaniana (2017); Contro il sacrificio: al di là del fantasma sacrificale (2017), usciti per Raffaello Cortina Editore; Il complesso di Telemaco, Feltrinelli, 2013; Patria senza padri: psicopatologia della politica italiana a cura di Christian Raimo, Minimum fax, 2013; Le mani della madre, Feltrinelli, 2015; Il mistero delle cose. Nove ritratti di artisti, Einaudi, 2016; Il segreto del figlio. Da Edipo al figlio ritrovato, Feltrinelli, 2017; I tabù del mondo, Einaudi, 2017
Info: http://www.bibliotecagambalunga.it - tel. 0541 704486 – fax 0541704480
La rassegna è frutto della collaborazione con l'Ufficio scolastico di Rimini. Agli insegnanti sarà rilasciato regolare attestato di partecipazione.