14 ottobre, per i riminesi è festa. È la ricorrenza del martirio, avvenuto nel 360, di San Gaudenzo, primo vescovo di Rimini, santo patrono della Città. In una precedente puntata di questa rubrica abbiamo raccontato, anche attraverso rari libri antichi e preziose stampe, conservate in Gambalunga, le gesta del Patrono e del suo culto, che sono diventate memoria collettiva, radici culturali e religiose condivise dai riminesi attraverso le generazioni. Ma la festa per San Gaudenzo, è anche sinonimo della grande tombola che si svolge in Piazza Cavour da oltre 6 decenni, ideata e organizzata da Umberto Bartolani.
Eclettico e dinamico personaggio che ha racchiuso in sé quel carattere dei “romagnolacci” chiassosi, impulsivi, generosi, istintivi, ambiziosi ed entusiasti, romantici e realisti, Bartolani, animato da un viscerale amore per la propria città e una certa dose di esibizionismo, si è sempre prodigato in molteplici e multiformi attività per l’interesse di Rimini e del bene dei riminesi. Impossibile ricordare qui tutte le iniziative, morali e materiali, che lo videro come promotore e finanziatore per le quali rimandiamo ai suoi due libri: A ruota libera…sul filo dei ricordi (1974) e Così ho amato la mia Rimini (1980). Bartolani, essendo stato tra i principali promotori della rifondazione della Banda musicale della città di Rimini, sentendosi quindi un po' il suo patron, ogni volta che la banda interveniva in cerimonie pubbliche saliva sul podio per dirigere, pur non conoscendo la musica!, una marcetta. Non faceva eccezione l’esibizione in occasione della festa di S. Gaudenzo, dopodichè passava sulla scalinata dei leoni del Comune per procedere alla “chiama” dei numeri della tombola. Infatti, per ben 28 edizione, la figura di Bartolani è stata, per tantissimi riminesi, un tutt’uno con la Tombola di San Gaudenzo, il cui ricavato è sempre stato interamente devoluto alla sezione riminese dell’AVIS e della Croce Rossa.
Curiosando tra le pagine di cronaca locale de Il Resto del Carlino uno dei primi articoli che ci racconta l’esito della tombola è quello dell’edizione del 1962. Il numero 30, declamato da Bartolani, alle 17 e 40 di domenica 14 ottobre del 1962, servì a Nadina Genestreti, abitante in via Soardi, per completare la sua scheda, portandosi a casa le 50.000 lire del montepremio previsto per la tombola, mentre il ragionier Mimmo Saltolini e il signor Carmine Drammis si aggiudicarono rispettivamente quello della cinquina (20.000 lire) e decina (30.000 lire). Il 14 ottobre del 1971, invece, le 150.000 lire previste per la tombola se le intascarono i due fratellini riccionesi Ines e Franco Neri, mentre cinquina (40.000 lire) e decina (80.000 lire) se le aggiudicarono Filiberto Rotelli e Maria Luisa Gorini Grossi.
Un San Gaudenzo particolare lo visse sicuramente, domenica 14 ottobre 1956, Maria Tognacci, una giovane ragazza originaria di Sogliano al Rubicone, che allora prestava servizio presso una ricca famiglia riminese. Per lei San Gaudenzo ha rappresentato veramente il santo capace di fare miracoli. 100 lire fù il costo di una schedina del totocalcio, compilata a caso, assieme al fidanzato, in un bar di Via Gambalunga con la quale si aggiudicò un 13 che le fece vincere ben 20.992.000 lire (oltre 300.000 euro). Chissà se oggi i discendenti di Maria si daranno appuntamento in Piazza Cavour con le schede della tombola in mano a tentare sicuramente una ben più modesta fortuna.
Le foto di Davide Minghini della tombola di San Gaudenzo