Uno, e centomila. Scopertine tipografiche

In tempi in cui le nostre vite sono sospese, e percorrere le città ha quasi il significato di un’azione sovversiva, la Biblioteca Gambalunga mantiene i suoi servizi aperti, se pure su prenotazione. E per invitare i suoi lettori e gli ospiti, anche occasionali, a scoprire che la Biblioteca non è solo un contenitore di cultura, ma un luogo dove la cultura accade, ha affidato al graphic designer Stefano Tonti l’allestimento della sua splendida Corte.

Le “scopertine tipografiche” di Stefano Tonti mettono in scena una giocosa animazione di titoli di libri famosi. Lettere e parole che lasciano vuoti, cambiano posto, riempiono spazi. Titoli che si inclinano, si sollevano, cadono, sì che la grafica assume il potere di trasformare le parole in immagini. Scene di scrittura che uscendo dai binari dell’abitudine visiva, destano meraviglia, provocano lo sguardo.

Stefano Tonti ci fa capire che la lettura è anche gioco, che non può esistere senza immaginazione. E’ un atto di disponibilità verso l’inatteso. I suoi giochi con le immagini grafiche delle parole ci fanno vivere il desiderio di andare a scoprire/ riscoprire i libri messi in scena: le maschere di Pirandello, i sogni dei sogni di Queneau, i viaggi di Marco Polo e di Chatwin, l’irrazionalità dell’uomo nella storia di Dostoevskij, il tempo, la memoria e la fantasia di Calvino…

Giocando e stupendoci scopriremo che la postura che ci permette di guardare, e dunque di aprirci all’altro, è l’inclinazione, e non la rettitudine. Ce lo dice la filosofa Adriana Cavarero: Inclinazioni. Critica della rettitudine che è la “copertina posteriore” dei Canti pisani, in cui Ezra Pound ha scritto che “quello che veramente ami rimane”.

Le ventiquattro “scopertine” diventano un modo speciale per presentare la natura poliedrica e magica della biblioteca, una sottolineatura del suo essere un luogo di resistenza dell’immaginazione, un asilo per i molti linguaggi dell’uomo. Un invito a superare la sua soglia.

In base alle norme anti-Covid per ora l’allestimento è visibile ai soli frequentatori della biblioteca, che usano i suoi servizi, ma l’installazione è pensata per essere da tutti visitabile, quando sarà possibile, negli orari di apertura della Gambalunga. Con l’idea che la biblioteca diventi parte della vita quotidiana delle persone, e la sua Corte sia un luogo in cui incontrarsi, conversare, ascoltare, vedere.

 

Stefano Tonti, graphic designer, lavora principalmente per le istituzioni ed eventi artistici e culturali. Tra i progetti realizzati per la città di Rimini, l’immagine grafica complessiva di Biennale Disegno Rimini e FAR – Fabbrica Arte Rimini, e i loghi di Rimini Musei, Museo della Città, Galleria dell’Immagine e Domus del chirurgo.