GIULIANA SGRENA, in dialogo con ORIANA MARONI, presenta “Manifesto per la verità”. In apertura il saluto di EMMA PETITTI

Prosegue, venerdì 14 maggio alle ore 18, il ciclo di incontri “Parla con lei. Sapienza contro violenza”, promosso dal Coordinamento Donne Rimini.

Giuliana Sgrena, in dialogo con Oriana Maroni, presenta “Manifesto per la verità. Donne, guerre, migranti e altre notizie manipolate”, Il Saggiatore, 2019. Introduce Vera Bessone.

Prima dell’incontro è previsto il saluto di Emma Petitti, presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna.

Il giornalismo sta morendo perché ci sono le fake news o le fake news proliferano perché il giornalismo sta morendo?, si chiede Giuliana Sgrena nell’Introduzione al suo volume “Manifesto per la verità. Donne, guerre, migranti e altre notizie manipolate”.

Sgrena sostiene che le fake news sono sempre esistite, anche se un tempo le si definiva bufale, pretesti, complotti ecc. Ma ciò che conta è che «ora la guerra mediatica – non solo nella versione digitale, ma anche con il supporto della carta stampata – ha altri obiettivi: si accanisce sul corpo delle donne e degli immigrati, bersagli privilegiati della propaganda sessista, misogina e razzista». In questa deriva, una grossa responsabilità, secondo Giuliana Sgrena, è da attribuire alle nuove tecnologie e ai social network che potenziano la diffusione di fake news. «Purtroppo, se esistono le fake news vuol dire che esistono anche i “lettori fake” – prosegue la giornalista – quelli che non leggono giornali e si limitano a scorrere il titolo di un post, quanto basta per identificarsi con un like e per aderire a una posizione priva di dubbi: il pensiero unico con un clic». Una via d’uscita ci sarebbe, «garantire un giornalismo di qualità – afferma Sgrena – ma è un’opzione che non viene tenuta in considerazione».

Il dialogo con Giuliana Sgrena, inviata de “Il Manifesto” in diversi paesi arabi e autrice di numerosi libri, sarà condotto da Oriana Maroni, già direttrice della Biblioteca Gambalunga e ora presidente dell’Istituto storico di Rimini.

L'incontro fa parte del ciclo promosso dal Coordinamento Donne Rimini onlus “Parla con lei. Sapienza contro violenza”, settima edizione. Quest’anno l'auditorium si allarga a tutti coloro che vorranno collegarsi su Zoom, attraverso la pagina Facebook del Coordinamento Donne Rimini e quella di Rompi il Silenzio. Gli incontri sono gratuiti.

Questa settima edizione ha ottenuto il sostegno della Regione Emilia-Romagna previsto dal bando “Contributi a sostegno di progetti rivolti alla promozione e al conseguimento delle pari opportunità e al contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere” per l’anno 2020 (L. R. 6/2014) ed è realizzata in collaborazione con Rompi il Silenzio. Si ringrazia l’associazione Dire Uomo per il supporto tecnico.

Il ciclo di incontri proseguirà venerdì 28 maggio con il terzo e ultimo incontro.

La prima conversazione della rassegna, svoltasi venerdì scorso, in cui la sociolinguista Vera Gheno, in dialogo con Lorenzo Gasparrini, presentava il suo libro “Femminili singolari. Il femminismo è nelle parole”, è ancora visionabile on line sulla pagina Facebook del Coordinamento Donne Rimini.

GIULIANA SGRENA

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giornalista è stata inviata del Manifesto in diversi paesi arabi, tra i quali l’Algeria, la Somalia, la Palestina e l’Iraq. In Algeria ha seguito anche tutti gli eventi degli anni ’90, quando la stampa italiana era praticamente assente. Dopo il 2001 ha seguito l’intervento occidentale in Afghanistan e dal 2003 quello in Iraq. Dal 2011 ha seguito le rivolte arabe, soprattutto quella tunisina.

In tutti questi paesi ha cercato di raccontare la vita della popolazione civile principale vittima delle guerre contemporanee. In oltre vent’anni di lavoro in paesi musulmani ha approfondito i temi relativi all’islamismo con particolare attenzione alla condizione della donna.

Oltre a giornalista è anche scrittrice.

Libri pubblicati: “La schiavitù del velo”, “Kahina contro i califfi, islamismo e democrazia in Algeria”, “Alla scuola dei taleban”, “Il fronte Iraq”, “Fuoco amico” (tradotto in sette lingue, anche in Algeria), “Il prezzo del velo” (tradotto in Algeria e in Portogallo), “Il ritorno, dentro il nuovo Iraq”, “Rivoluzioni violate”, “Dio odia le donne”.

 

ORIANA MARONI
Oriana Maroni, già direttrice della Biblioteca Gambalunga di Rimini, ha curato mostre e libri dedicati alle collezioni gambalunghiane, alla storia di Rimini, a biblioteche private, fra cui quella di Federico Fellini. Vari gli studi e le mostre sulla fotografia. È presidente dell’Istituto storico di Rimini.

 

Manifesto per la verità, Il Saggiatore, 2019

https://www.ilsaggiatore.com/libro/manifesto-per-la-verita/

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Per papa Francesco Eva è stata vittima di una fake news uscita dalla bocca del serpente. A quanto pare, da allora le bufale non hanno smesso di rovinare le donne, visto che ancora oggi se una ha subito molestie si scrive che ci ha fatto carriera, mentre se uno ammazza la moglie per i giornali ha agito in preda a una rabbia momentanea. Ma le vittime di questi abusi dell’informazione non sono solo i corpi delle donne: quando si parla di migranti la verità si inabissa in fondo al mare, come un cadavere affogato. Per non dire delle notizie che giungono dai fronti di guerra, brandelli distorti dei fatti, piegati e manipolati secondo il tornaconto dei governi.

Ora le bufale si sono trasformate in un esercito di ben più pericolose fake news, moltiplicate e amplificate dai social e arruolate dagli stati per combattere la guerra contro la verità. E quelli che della verità dovrebbero essere i paladini, i giornalisti, sono ormai servitori dei potenti senza più alcuna credibilità. Ma, come diceva Camus, là dove prolifera la menzogna prospera la tirannia; e a pagarne l’altissimo prezzo siamo proprio noi.

Dopo Dio odia le donne, Giuliana Sgrena torna a impugnare la penna in questo Manifesto per la verità. La sua scrittura graffiante smaschera le falsità che ci vengono quotidianamente propinate dalla carta stampata, da Internet e da tutti quelli che hanno interesse a farci credere che le cose non stiano come veramente stanno. Ne nasce un pamphlet ruvido e lucidissimo; un manifesto da cui partire per ricostruire quel che è stato distrutto, salvare quel che non è ancora andato perso e soprattutto riconquistare la nostra libertà di pensiero e di scelta.