VOCI DAI FONDI. La biblioteca raccontata 3/2022
GIOVEDÌ 10 NOVEMBRE | ORE 17
Biblioteca Gambalunga | Sala Cineteca
Vincenzo Gheroldi Guardare le tecniche, al tempo di Pandolfo III Malatesta
Simonetta Nicolini Il De civitate Dei di Pandolfo III Malatesta, un esempio illustre di pittura di corte
Torna in Gambalunga l’appuntamento del giovedì pomeriggio con “Voci dai fondi. La Biblioteca raccontata”, rassegna dedicata alla presentazione di studi e ricerche su esemplari e documenti conservati nelle collezioni della Biblioteca Gambalunga. Una occasione per far conoscere il prezioso patrimonio storico-bibliografico della biblioteca e al tempo stesso valorizzare le attività di studio dei ricercatori, in quello scambio fecondo tra patrimonio e ricerca che rinnova valore alla nostra eredità culturale.
Giovedì 10 novembre i professori dell’Università di Bologna Simonetta Nicolini e Vincenzo Gheroldi illustreranno e sveleranno i segreti delle splendide miniature del codice quattrocentesco del De Civitate Dei di S. Agostino. L’esemplare della celebre opera di Aurelio Agostino, scritta tra il 413 e il 42, depositato in Gambalunga dalla Confraternita di S. Girolamo, è un corposo volume di 242 carte, arricchito da iniziali figurate e fregi. Fu copiato da Donnino di Borgo di San Donnino che lascia la sua sottoscrizione alla fine del manoscritto, il nostro scriptor lavorava alla corte di Pandolfo III Malatesta quando era ancora signore di Bergamo e Brescia. Il legame con Pandolfo III e i suoi domini lombardi portano in questo periodo il prezioso codice in esposizione alla mostra “La Città del Leone, Brescia 29 ottobre 2022-29 gennaio 2023.
Vincenzo Gheroldi, dopo avere insegnato Storia delle Tecniche Artistiche e Storia e Tecnica del Restauro nelle Scuole di Restauro, ha insegnato le medesime discipline nelle Università di Verona, Macerata e per una dozzina d’anni nell’Università di Bologna. Attualmente insegna a contratto Storia e Tecnica del Restauro alla Scuola di Specializzazione in Beni Storici e Artistici dell’Università di Bologna. Oltre ai libri sulle fonti tecniche medievali e rinascimentali, sulle vernici fra XVII e XVIII secolo e sulle tecniche della cineseria europea del XVIII secolo, ha pubblicato numerosi saggi in rivista e in cataloghi di mostre dedicati principalmente ai materiali e alle tecniche della pittura fra VIII e XVIII secolo. Con il gruppo di ricerca KOS – Documentazioni, studi storico-tecnici, indagini scientifiche per opere d’arte e finiture architettoniche, conduce indagini tecnico-scientifiche e diagnostiche sulle opere d’arte.
Simonetta Nicolini, laureata presso l'Università di Bologna con una tesi in Storia dell’arte contemporanea, si è poi perfezionata in Storia dell’arte medievale. Ha insegnato presso il Liceo Artistico “F. Arcangeli” di Bologna, e, come docente a contratto, ha tenuto corsi di Storia della Miniatura presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, di Didattica della Storia dell’arte e Didattica delle arti visive presso il DAMS e il Corso di Laurea Magistrale in Arti Visive dell’Università di Bologna. Ha maturato esperienze professionali collaborando con la RAI per programmi di divulgazione e con musei e biblioteche, occupandosi della catalogazione di materiale librario e artistico, della realizzazione di mostre e di ricerche iconografiche per allestimenti didattici. I suoi campi di ricerca spaziano dall’arte dell’Otto e Novecento all’arte medievale alla storia della critica d’arte, con particolare attenzione per la storia della miniatura medievale e rinascimentale e per la storia della didattica artistica, ambiti nei quali ha presentato saggi e ricerche in volumi collettanei e riviste. Ha pubblicato Il gusto della miniatura in Italia. Un percorso tra letteratura artistica e altre fonti (secc. XIV-XVIII) (Carocci 2021)
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili
Info: Biblioteca Gambalunga | tel. 0541.704488 | e-mail: gambalunghiana@comune.rimini.it
Maggiori informazioni e aggiornamenti su
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Prossimi appuntamenti
Giovedì 17 novembre
Patrizia Farfaneti Ghetti, Approfondimenti relativi all’Erbario della Biblioteca Gambalunghiana