Incunaboli

Gli incunaboli gambalunghiani sono attualmente 382. Caratterizzati da una notevole varietà di contenuto, provengono per lo più dalle biblioteche delle congregazioni religiose soppresse. Cospicuo e pregevole è anche il nucleo pervenuto in Gambalunga con la donazione del cardinale Giuseppe Garampi.

Si segnalano, tra gli altri, lo Speculum vitae humanae di Rodericus Sanchez de Arevalo del 1468 (Subiaco, Conrad Sweynheym e Arnold Pannartz), uno dei più antichi prodotti dell'arte tipografica italiana; il De civitate Dei di S. Agostino del 1470 (Venezia, Giovanni e Vindelino da Spira), splendidamente miniato; il De claris mulieribus di Jacobus Philippus de Bergamo del 1497 (Ferrara, Lorenzo de' Rossi), considerato il più bel libro illustrato del Quattrocento, dopo il Polifilo di Aldo Manuzio; il De re militari di Roberto Valturio nella prima edizione del 1472 (Verona, Giovanni da Verona), con uno splendido corredo di silografie acquarellate; infine il Liber chronicarum di Hartmann Schedel del 1493 (Norimberga, Anton Koberger), anch'esso riccamente illustrato.