La Gambalunga racconta. Eleganze Balneari

Relax in spiaggia nelle immagini disegnate dal celebre pittore riminese Alberto Bianchi (1882-1969) allo scorcio degli anni ‘20: quando i giornali balneari raccontavano l’estate e le cronache mondane di una Rimini famosa e cosmopolita capitale del turismo.

Alberto Bianchi (1882-1969) pittore raffinato, attivo nel jet-set milanese e romano nei decenni a cavallo della seconda guerra, rappresenta il volto più aperto della pittura riminese, in una città attaccata profondamente alla tradizione dei generi artistici e refrattaria alle novità.

Ma Alberto Bianchi è stato anche un figlio d’arte. La madre era Anita Sangiorgi conosciutissima a Rimini come fondatrice della Bottega Riminese degli Arazzi e della celebre Scuola di Ricamo attiva dal 1897 al 1929, nota anche fuori regione. Erano del resto gli anni delle Arts and Crafts che avevano diffuso un verbo positivo in direzione del recupero dell’alta artigianalità come risposta ai processi industriali sempre più marcati dalla fine dell’Ottocento, esempio corregionale della bolognese Aemilia Art. Suo zio era il celebre pittore veneziano Mosè Bianchi, suo cugino l’artista Pompeo Mariani. Insomma una famiglia dalle solide radici artistiche.

Avviato agli studi artistici, il riminese Alberto fu allievo a Roma del maestro Antonio Mancini all’Accademia di Belle Arti, anni proficui durante i quali si specializza nel ritratto. Ma sarà Milano la città di adozione e suo trampolino di lancio. Qui dal 1920 si confermò il ritrattista ufficiale dell’alta borghesia e della nobiltà, una sorta di ‘Boldini romagnolo’ divenendo nel frattempo un frequentatore assiduo delle classi sociali agiate e mostrando grande acutezza e capacità nell’illustrare e cogliere la bellezza femminile e l’eleganza. Dipinse ad olio, a pastello e non si limitò ai ritratti ufficiali, ma dipinse paesaggi e nature morte, interni di vita quotidiana, colti sempre con una luce ovattata e rasserenante.

Alberto Bianchi fu un cosmopolita, un artista ricercato e viaggiò moltissimo (Francia, Germania, Inghilterra, Egitto e anche America Latina). Mantenne tuttavia stretti contatti con la famiglia e con la città natale dove tenne due mostre monografiche nel 1948 e nel 1951. Nel 1959 vinse a Milano, ex aequo con Contardo Barbieri, il Premio Ramazzotti. Assieme all’amico Luigi Pasquini negli anni Trenta collaborò alle riviste balneari inviando disegni e schizzi caratterizzati da grande leggerezza di segno e anche caricature. Fu inoltre anche cartellonista e illustratore. Ma mantenne inalterate le sue qualità di ritrattista sapendo combinare con grazia glamour e realtà fisiognomica. 

Dentro l’immagine

I disegni raccontano momenti di relax e vita balneare; mostrano ragazze e giovani donne in posa, sdraiate sulla rena o appoggiate a piccole imbarcazioni, corpi femminili snelli e sportivi che indossano costumi da bagno la cui eleganza, unita alla sensualità delle linee, ne fanno pezzi di moda ancora oggi da ammirare. L’artista ha saputo cogliere con la semplicità di brevi tratti appena inspessiti nel segno, la dimensione leggera della vita al mare, l’idea di sole e spiaggia, di mare e vacanza. 

I disegni originali conservati in Gambalunga fanno parte del ‘corredo’ illustrativo di Rimini la più bella spiaggia del mondo, periodico di vita estiva e mondana. Sono usciti il 29 luglio 1928 col titolo d’apertura Sorrisi, peccati di desiderio, provocazioni, ninfe e sireneper l’album di Alberto Bianchi. A proposito dell’autore la redazione lo presenta così : “Questa pagina vivace e bella è la prima di una serie che il pittore Alberto Bianchi, riminese, ha disegnato per noi. Alberto Bianchi che con Sacchetti e Dudovich, oggi, rappresenta l’arte dell’illustrazione mondana più ricca e più gentile è ospite del Grand Hotel”. 

Alcuni di questi disegni saranno riproposti ancora nella cover del 12 agosto 1928 dal titolo: Stelle verdeazzurre, riflessi gialli, carni rosa. Ancora una pagina trionfale di Alberto Bianchi. Nell’aprile del 1929 uscì un numero unico a cura di Luigi Pasquini e G. Mariani con in copertina la nota xilografia a colori dell’infaticable giornalista-pittore Pasquini che incornicia, attraverso il fornice dell’Arco d’Augusto, uno spicchio di mare solcato da vele.

In questo fascicolo vengono proposti nuovamente i disegni di Bianchi dedicati alle bagnanti e al bel mondo internazionale che soggiornava a Rimini, tra cui questi custoditi in Biblioteca. 

Malgrado le leggi fasciste sulla stampa annunciate nel 1923 e rese esecutive nel 1925, i periodici balneari e umoristici e anche satirici a Rimini non mancarono. Se ne citano alcuni: “Il Goliardo”, “Il corriere dei bagni”, “La Vela”, “il Pupazzetto”, “le Cronache azzurre” fogli tutti animati da indomito spirito giovanile e talento caricaturale espresso da alcune matite veramente acute, come Ardo (Giulio Cumo) o Rob (Italo Roberti).

Alberto Bianchi è l’inventore del logo e del lettering -come si direbbe oggi- del Gazzettino Azzurro nel 1913 (6 luglio,1913, a. V, n.2) altro giornale balneare, modaiolo e civettuolo, rivolto ai villeggianti e alla bella società in vacanza a Rimini (direttore Marcello Montani).

Il giornale dalla rigorosa carta azzurra nasce nel 1909 e continua ad uscire modificandosi nel formato e nel logo sino al 1922 sovrapponendosi a Cronache azzurre altro giornale estivo. Quello che non viene meno, sotto il titolo, è il verso “ Estate, estate mia, non declinare”di dannunziana memoria (da Alcyone, 1903, Madrigali dell’estate) versi che si trasformano in motto, magnificando il periodo più rigoglioso e ispirato dell’anno assieme al desiderio che i momenti estivi durino per sempre.


 

Per saperne di più

Colpisce il carattere e il gusto esemplato in questi disegni, perfettamente allineato con le tendenze della moda balneare. Dal 1930 la moda da spiaggia si era fatta più audace, forse complice Hollywood e le sue dive del cinema in bianco e nero. Si osa di più: il costume da bagno è più corto, aderisce al corpo, la schiena e le spalle sono scoperte; si abbandonano i tessuti di lana e al loro posto vengono utilizzati materiali adatti all’acqua, al sole e al nuoto. Giusto ricordare che in quegli anni il designer di costumi da bagno della California “Mabs of Hollywood” crea il Lastex, un tessuto di raso misto seta elastico. Mabs si assicura il successo facendo “tutine” da spiaggia per Joan Crawford, Loretta Young, Jean Harlow e Marlene Dietrich. In Italia riviste come Lidel aggiornavano sulla moda estiva. Ma è alla nuotatrice Annette Kellerman (1887- 1975), soprannominata "la sirena australiana", sconvolgendo le convezioni sociali dell’epoca, che si deve un’importante evoluzione del costume da bagno. Lottò contro censure e pudori per l’accettazione delle donne in ambito sportivo. Jantzen e Speedo furono i due grandi colossi che si contesero la produzione dei primi veri e propri costumi da bagno a partire dal primo decennio del 1900 sviluppando nuovi tessuti e studiando nuove forme per le loro collezioni, concentrandosi anche sulla funzionalità dei prodotti. I costumi da bagno iniziarono a fare le prime apparizioni sulle riviste diventando il nuovo oggetto del desiderio femminile spingendo anche stilisti già affermati come Coco Chanel, Elsa Schiaparelli e Jean Patou ad esplorare il settore dello swimwear, e quando dagli anni Trenta essere abbronzati era più sinonimo di salubrità e benessere, allontanando i pregiudizi legati all’appartenenza a classi sociali non aristocratiche, ecco esplodere l’attività fisica e salutistica.

Consigli di lettura

P.G. Pasini, Storia di Rimini, Ghigi editore 1978

L. Pasquini, Ricordo di Alberto Bianchi ritrattista, estratto dalla Rivista di Illustrazione Romagnola «LA PIÊ», Forlì 1970

L. Pasquini, Alberto Bianchi ritrattista, Estratto da “Rimini storia arte e cultura”, Luglio-Dicembre 1969, Cosmi Editore, Rimini

M. Gennari (a cura di),Pittori Riminesi della prima metà del Novecento, Pazzini Editore, 2012

S. Cardellini - F. Urbinati, Storia del giornalismo riminese in Storia di Rimini dal 1800 ai nostri giorni, 1980

F. Lombardini, Giornali e giornalisti in Storia illustrata di Rimini, vol,III, 1990 P.833-848