Dal 24 ottobre al 23 gennaio torna il ciclo di conversazioni e letture ad alta voce “Biblioterapia. Come curarsi (o ammalarsi) coi libri”, organizzato per il settimo anno dalla Biblioteca Gambalunga. Tema e titolo dell’edizione 2015 è TUTTA LA PAURA DEL MONDO.
Ad aprire il ciclo delle Conversazioni, il 24 ottobre, sarà Andrea Tagliapietra, ordinario di storia della filosofia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, affrontando con Icone della fine. Apocalisse e orrore metafisico un tema che affonda le radici nella storia dell’umano restando di stringente attualità. Viviamo infatti in un’epoca in cui la paura è divenuta parte della vita quotidiana, come diffusa insicurezza alimentata dalle «angosce contemporanee legate al crimine, alla malattia, al dolore e allo ‘stupro dell’ambiente», come scrive Johanna Burke. Ma dietro le diverse forme di paura si intravede la madre di tutte le angosce: la minaccia della fine, su cui il pensiero sembra arenarsi. Ma dove si ferma il pensiero, sorgono le immagini. Se è nell’immagine infatti che può darsi la rappresentazione dell’osceno, ossia di ciò che sta “fuori scena”, al di là del campo visibile, queste possono ospitare l’enigma dell’inizio e il mistero della fine. Sia che si tratti della fine individuale che chiamiamo morte o di quella fine collettiva che nella tradizione occidentale trova la sua espressione simbolica nell’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse.
E proprio alla fine e alle sue icone il filosofo e scrittore Andrea Tagliapietra ha dedicato un’originale esplorazione, Icone della fine (il Mulino, 2010), che muovendo dal saggio di E. Kant La fine di tutte le cose indaga «gli effetti, in alcuni luoghi simbolici significativi della vita moderna e contemporanea, ma soprattutto nei prodotti dell’industria culturale dei nostri giorni, di quel complesso di temi e problemi che (…) concerne la morte, l’immortalità, il problema del male, ma anche l’escatologia collettiva, ovvero la fine dei tempi, la fine del mondo, il castigo degli empi e la salvezza dei giusti». Fino a ricostruire il paradigma della tradizione apocalittica attraverso le immagini e le metafore ad esso legate, da finissimo studioso del “pensiero figurale” e dei nuovi linguaggi della comunicazione qual è, e rivelarne la presenza nelle “icone della fine” dell’immaginario contemporaneo, i fermo immagine di film come Titanic, Apocalypse now, The day after, odierne narrazioni popolari nutrite dai miti della cultura di massa.
Andrea Tagliapietra insegna Storia della filosofia e Storia delle idee ed ermeneutica filosofica nell'Università San Raffaele di Milano. Fonde nelle sue ricerche un’indagine storico filosofica sul pensiero greco, sulla tradizione apocalittica ebraica e cristiana e sul canone del pensiero moderno, con un’attenzione a temi contemporanei legati al mondo delle immagini e della comunicazione, allo studio del linguaggio e delle metafore, nonché all'intreccio storico e teorico fra teatro e filosofia. Fra i suoi libri: La virtù crudele. Filosofia e storia della sincerità (Einaudi, 2003); La metafora dello specchio. Lineamenti per una storia simbolica, (2ª ed. riveduta e accresciuta, Bollati Boringhieri, 2008); Filosofia della bugia. Figure della menzogna nella storia del pensiero occidentale (2ª ed. riveduta, B. Mondadori, 2008); Il dono del filosofo (Einaudi, 2009); per il Mulino, Icone della fine: immagini apocalittiche, filmografie, miti (2010); Non desiderare la donna e la roba d’altri (con G. Ravasi, 2010) e Non ci resta che ridere (2013).