Terrore e grande oscurità piombarono su di lui (Genesi 15,12). Scene di paura nella Bibbia
Sala del Giudizio, Museo della Città - ore 17.00 05/12/2015
Durata 01:35:05
Per tracciare quella “mappa della paura” da cui affiorerà il disegno complessivo di Biblioterapia 2015 non poteva mancare la segnatura teologica. Affidata, sabato 5 dicembre, a un biblista e studioso di ebraismo del calibro di Piero Stefani. “Terrore e grande oscurità piombarono su di lui” (Genesi 15,12). Scene di paura nella Bibbia è il tema e titolo della conversazione che terrà presso la Sala del Giudizio al Museo della Città, muovendo da una delle fonti della cultura occidentale, la Bibbia.
Dove sin dal primo libro, il Genesi, risuona la parola "paura", conseguenza della trasgressione di Adamo ed Eva all’interdetto di mangiare il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male. Da qui un intreccio secolare tra religione e paura. Tanto che lo storico delle “mentalità” Jean Delumeau ha scritto che dal Duecento al Settecento la Chiesa avrebbe deliberatamente preferito un Dio giustiziere al Dio misericordioso, con una vera e propria “pastorale della paura” che “insisteva sul peccato, sulla morte, sul Giudizio, sui supplizi, e si incontrava con un mondo della vita materiale così precario da rendere in qualche modo verosimile una concezione ossessionata dai temi del male, della colpa e dell’espiazione”. Mentre Il filosofo Bertrand Russell, in Perché non sono cristiano, nel 1927 affermava che “La religione si basa essenzialmente sulla paura. In parte è il terrore dell’ignoto, in parte, il bisogno di immaginare qualcuno che ci aiuti e ci protegga nei pericoli”. Ma se in Occidente il trapasso alla società industriale, con il conseguente miglioramento delle condizioni di vita, ha coinciso con il crollo della “pastorale della paura”, pure il generale processo di disincantamento del mondo non ne ha liberato l’umanità. Anzi. Come scriveva Dostoevskij in I fratelli Karamazov: “Ma allora, domando, che sarà dell’uomo? Senza Dio e senza vita futura?”. “Molti ritengono che le nostre siano società dominate dalla paura” ha scritto Piero Stefani sul suo blog1. “E’ vero, a patto che si aggiunga che esse sono rette anche dalla mancanza di paura per quel che invece si dovrebbe temere. Se nessuno glielo dice, chi ha gli occhi bendati ignora di camminare sull’orlo del baratro. In società antiche questa funzione era tipica dei profeti, oggi per esercitarla basta essere persone attente e responsabili.”
1 http://pierostefani.myblog.it/2009/12/12/273-i-molti-volti-della-paura-13-12-09/
Piero Stefani. Biblista – Redattore della Rivista “Il Regno”, insegna Storia del pensiero ebraico all’Università di Ferrara ed Ebraismo alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano. Collabora stabilmente con il Centro Cardinal Bea per gli Studi Giudaici della Pontificia Università Gregoriana di Roma ed è presidente di Biblia, associazione laica di cultura biblica. Da anni è uno dei più significativi protagonisti italiani del dialogo cristiano-ebraico. Dirige collane di libri ed è autore di numerosi saggi in scienze religiose ed ecumenismo: presso l’editore Marietti di Genova la collana «Voci della preghiera» dedicata a testi ebraici, cristiani e musulmani; assieme a Gaetano Favaro ha diretto la collana «Piccola Biblioteca delle Religioni» presso l’editrice Queriniana, Brescia. Da decenni è firma importante del "Regno", l'autorevole quindicinale dei dehoniani di Bologna, dove tiene la rubrica mensile "Parole delle religioni"; collabora con numerose riviste e con la trasmissione di Radio 3 «Uomini e Profeti» curata da Gabriella Caramore. Fra le ultime pubblicazioni si segnalano: L’Apocalisse (Il mulino, 2008); Non nominare il nome di Dio invano (con Carlo Galli, Il Mulino, 2011); Gesù (Il Mulino, 2012); I volti della misericordia (Carocci, 2015), ha curato la traduzione dall’ebraico di Qohelet (Garzanti, 2014).